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Docente illegittimamente scavalcata dall’algoritmo, sentenza condanna il MIM al risarcimento

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza che condanna il Ministero dell’Istruzione e del Merito a risarcire una docente scavalcata ingiustamente nel processo di assegnazione delle supplenze, basato su un algoritmo informatico. Il caso, sollevato dal sindacato Uil Scuola Rua Lombardia, rappresenta un’ulteriore dimostrazione delle criticità di un sistema che, ancora una volta, ha penalizzato i docenti più meritevoli.

L’insegnante, appartenente alla classe di concorso A028 (Matematica e Scienze), ha scoperto che alcuni dei posti da lei richiesti erano stati assegnati a candidati con un punteggio inferiore e senza prelazione, nonostante la sua domanda fosse correttamente presentata. Il sistema, infatti, ha gestito in maniera errata la selezione, partendo dall’ultimo nominato anziché dalla posizione successiva al rinunciatario.

Secondo il Segretario generale di Uil Scuola Rua Lombardia, Abele Parente, questa vicenda è solo l’ennesima dimostrazione delle falle di un algoritmo che, se non gestito correttamente, crea disparità di trattamento tra i candidati. Parente sottolinea l’importanza di tornare alle nomine in presenza, evidenziando che l’algoritmo non è in grado di garantire un sistema meritocratico e trasparente.

Il Tribunale ha accolto le richieste dell’insegnante, annullando le assegnazioni errate e condannando il Ministero a risarcire integralmente la docente, incluse le retribuzioni perse, la tredicesima e il punteggio non riconosciuto. Gli avvocati di Uil Scuola hanno ribadito la necessità di riformare un sistema che continua a generare ingiustizie e a danneggiare i candidati più meritevoli.

Con una sentenza netta, il giudice ha disapplicato le norme dell’ordinanza ministeriale che regolano le Graduatorie Provinciali per le Supplenze (Gps), definendo illegittimo il meccanismo attualmente adottato. “Ci auguriamo – conclude il segretario Uil Scuola, Abele Parente – che questa autorevole pronuncia spinga il Ministero a intervenire definitivamente su un sistema che non garantisce equità e merito”.

Redazione

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