Educare alla sessualità e all’affettività a scuola significa promuovere la conoscenza e la consapevolezza delle proprie emozioni per riconoscerle e imparare a gestirle.
Attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva si imparano quindi a riconoscere le proprie sensazioni e i propri sentimenti, con l’obiettivo di favorire una buona relazione interpersonale.
La sfera sessuale e affettiva riveste una notevole importanza nello sviluppo dell’individuo. E non crediate che i bambini non siano interessati a trovare una risposta ai quesiti sull’amore e sul sesso in generale: anche loro, come tutti gli altri, hanno una naturale, grande curiosità in proposito. Vogliono sapere tutto!
Segretamente, si costruiscono anche delle personalissime idee e tenderanno a nascondere e a mimetizzare la loro curiosità specifica sui temi sessuali. Curiosità che, ovviamente, continuerà a covare dentro di loro, però non più in modo solare e sereno, come sarebbe naturale e auspicabile, ma in modi torvi e sbiechi. Cercando di non farsi scoprire, afferreranno tutte le informazioni possibili nei discorsi che sull’argomento i grandi fanno tra loro, senza saper distinguere, però, le informazioni scientifiche, o anche soltanto realistiche, dalle espressioni scherzose delle innumerevoli battute di argomento sessuale. Le informazioni così assunte saranno inevitabilmente del tutto casuali e frammentarie, quindi lacunose. Le incongruenze verranno da loro appianate e le lacune colmate con fantasie, anche bizzarre, spesso inventate di sana pianta. I bambini, poi, confronteranno le informazioni così assemblate con quelle in possesso dei coetanei, col risultato di arrivare a costruzioni stravaganti e inverosimili, magari spaventose, spesso inimmaginabili da parte degli adulti.
Personalmente esprimo tutta la mia solidarietà alla collega licenziata, ritenendo imprescindibile il dialogo sul tema delle emozioni, la corporeità, l’affettività e la sessualità nelle scuole, in modo graduale a partire dall’infanzia, procedendo nella scuola primaria e rafforzandosi nella secondaria di primo e secondo grado, ovviamente adattando le modalità e le tematiche a seconda dell’età.
Andrea Zilli
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