Una storia triste quella di Anna Vitiello, 55 anni, affidata a una lettera al sindacato CUB Scuola università ricerca di Torino, che è stata inviata anche alla nostra redazione. La donna è stata icenziata da scuola dopo essere stata giudicata inabile in modo permanente al lavoro: da ottobre non ha più lo stipendio ed è ancora in attesa della pensione.
Da 5 mesi è rimasta di fatto senza alcun sostentamento, non ha ricevuto nemmeno la tredicesima e la buonuscita dopo il licenziamento dall’Istituto superiore di Torino in cui lavorava. Ecco la sua storia, raccontata nella lettera: “Sono una malata oncologica dal 2017, sono passata di ruolo tre anni fa. A dicembre 2022 la malattia non mi permetteva più di fare tutte le ore di servizio pertanto feci partire la malattia, successivamente chiesi la visita collegiale per poter richiedere la pensione di inabilità al lavoro. Il 5 Ottobre 2023 faccio la visita collegiale e mi dichiarano inabile al lavoro.
Nel frattempo il 31 Agosto 2023 scade il contratto e rientro alla scuola di appartenenza, la quale dopo 10 giorni dal ricevimento del verbale della commissione medica fa partire il licenziamento.
A mio avviso l’inabilità non è giusta causa per il licenziamento, inoltre i malati oncologici sono ben tutelati sulla questione e infine mi licenziano in un periodo in cui ero ancora in malattia. Questo avviene il 18 Ottobre 2023. Ad oggi non mi hanno pagato la tredicesima e la buonuscita.
Il Mef dice che la scuola non prepara un documento, la scuola dice che il Mef non spiega come si prepara questo documento e io sono dal mese di ottobre senza stipendio e senza pensione perché ci sono dei ritardi anche con l’Inps.
Non so più come andare avanti. Quei pochi soldi che avevo sono finiti, oggi sono ricoverata e mi sto riempiendo di debiti.
Se potete aiutarmi a farmi pagare dal Mef che al momento mi ha dato solo 157 euro. Non so a cosa corrispondano. Il TFR arriverà ad Ottobre questo lo so. Ma per la liquidazione tutto tace”.
“Una situazione inaccettabile frutto di inefficienza e di disumanità, di una burocrazia cieca e sorda di fronte a un caso di questa gravità”, commenta Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale CUB Sur, che sta seguendo il caso “per quel che riguarda la liceità del licenziamento e la mancanza di tutele” e ha lanciato una raccolta fondi per sostenere la collega. Cita la “banalità del male”, a proposito di “amministrazioni che si scaricano responsabilità a vicenda”.
Intanto lei spera in una soluzione nel suo letto all’Hospice, dove è stata ricoverata perché ha ormai bisogno di assistenza 24 ore su 24. Ha ancora l’alloggio, ci sono le bollette da pagare e l’affitto da saldare. “Non vorrei lasciare questa eredità di problemi alle mie figlie, non credo di avere molto tempo a disposizione”, spiega la docente che consulta sempre la sua pratica della pensione sul portale dell’Inps. “Sembra che sia all’ufficio ‘controllo e pagamento’”, risulta in lavorazione – spiega –. Ho fatto tanti solleciti, anche tramite il Caf, ho chiamato il call center. Intanto aspetto e passano i giorni”.
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