Una vicenda intricata quella riguardante un docente di un istituto sardo che è stato accusato di aver molestato alcune studentesse in cambio di voti alti. Ciò che emerge dalla vicenda giudiziaria relativa a questo caso è piuttosto interessante.
Il docente in questione, riporta Il Messaggero, insegnava matematica al liceo pedagogico Eleonora d’Arborea, a Cagliari. Sette anni fa, nel 2015, è stato condannato, con sentenza definitiva, a 10 anni di carcere per aver abusato delle sue alunne, molte delle quali all’epoca minorenni, che costringeva ad appartarsi con lui a ricreazione in cambio di buoni voti. I fatti risalgono al 2005.
Oltre alla detenzione in carcere oggi per il docente è scattato, così come deciso dalla Corte dei Conti, anche un risarcimento di 100mila euro all’Ufficio Scolastico Regionale per danno d’immagine. Risarcimento che non è mai arrivato, però, a nessuna delle studentesse vittime di abusi, neanche come provvisionale (anche perché non si erano costituite parte civile). Per questi motivi i genitori delle ragazze, ormai adulte, hanno protestato.
“Somma da considerarsi assolutamente adeguata e proporzionata – si legge nel dispositivo – considerato che l’insegnante rivestiva, quale docente di Liceo, un ruolo della massima delicatezza e rilevanza in ragione della sua funzione di educatore, che la condotta illecita è stata contraddistinta da azioni gravissime e reiterate nel tempo, e che l’impatto mediatico negativo a livello nazionale è stato davvero notevole e continuativo”.
“Com’è possibile che i soldi arrivino a una scuola che per anni ha coperto le porcherie di quell’uomo? Perché, all’inizio degli anni Duemila, noi avevamo denunciato alla preside che c’era qualcosa di marcio, dopo le confidenze delle nostre figlie, ma la scuola invece minimizzava sempre. Fino a quando gli investigatori e la Procura della Repubblica non hanno poi inchiodato quell’orco con alcune intercettazioni ambientali e alla fine è stato condannato anche in Cassazione”, ha detto il padre di una di loro, anche lui insegnante.
Accuse gravi le sue: secondo la sua ricostruzione la scuola ha coperto i misfatti, e non è giusto che venga addirittura risarcita. All’epoca in un primo momento le voci che hanno iniziato a circolare tra le alunne a proposito delle molestie del prof sono state ignorate, secondo quanto si legge sempre su Il Messaggero. La scuola avrebbe addirittura trattato il tutto come un tentativo delle alunne, che all’inizio non hanno denunciato, di mettere in cattiva luce un prof severo. Un caso simile, di cui non si conosce ancora la verità, ha avuto luogo di recente in Puglia.
Secondo uno dei genitori “la scuola non ha fatto proprio nulla per fermare quella barbarie di cui tutti sapevano”. “Ora vedo che chi non ha fatto nulla, la scuola, viene pure risarcito – contesta un genitore all’Ansa – Anche se ha abbandonato le sue ragazze”.
Le testimonianze dei fatti sono alquanto torbide. Si parla di una ragazza che è stata bocciata per essersi rifiutata, a suo dire, di avere rapporti con il docente. O, ancora, di un’altra alunna, omosessuale, che sarebbe stata minacciata da quest’ultimo: “Se non stai come – sarebbe stato questo il contenuto della minaccia – racconto ai tuoi genitori che sei lesbica”. Emergono anche foto compromettenti, attraverso le quali il professore ricattava le studentesse.
Il caso, poi, finalmente è venuto alla luce. Il professore è stato arrestato, ma respingendo l’accusa di aver molestato delle minorenni. In quanto alle alunne maggiorenni si è difeso dicendo che fossero consenzienti. All’inizio è stato condannato a 14 anni di reclusione, poi ridotti a 10 con interdizione perpetua dall’insegnamento. La sentenza è stata confermata in Appello e in Cassazione.
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