Un’insegnante pachistana di 19 anni è morta in ospedale dopo essere stata torturata e poi bruciata viva da cinque uomini per aver rifiutato una offerta di matrimonio.
Le torture si sono svolte il 31 maggio e la morte della poveretta, abitante di un villaggio della provincia del Punjab non lontano da Islamabad, il giorno dopo. La giovane si chiamava Maria Sadaqat e lavorava come insegnante in una scuola privata di Murree: il suo proprietario, tale Shaukat, aveva proposto alla famiglia di farla sposare con suo figlio, che aveva già una moglie ed un bambino, per affidarle la gestione dell’istituto.
L’offerta, ha raccontato Asea, zia della vittima, era stata però respinta non solo dalla ragazza, ma dallo stesso figlio di Shaukat. La donna non quindi ha esitato ad accusare il proprietario della scuola ed alcuni suoi complici del “gesto inumano”.
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La polizia, che è alla caccia dei responsabili dell’omicidio, ha per il momento arrestato il fratello di Shaukat che non è però fra gli accusati. Le agenzie di stampa scrivono che uno zio della giovane, Naseer Abbasi, ha riferito da parte sua che tutti i famigliari erano usciti per partecipare ad una cerimonia quando i cinque uomini hanno fatto irruzione in casa di Maria, l’hanno trascinata in una stanza, chiudendo la porta a chiave, ed hanno cominciato a picchiarla.
“Dopo il pestaggio – ha infine detto – l’hanno cosparsa di cherosene appiccando il fuoco, e poi hanno gettato il suo corpo in un fossato vicino”.
Trasportata prima all’ospedale del villaggio e poi all’Istituto di scienze mediche del Pakistan (Pims) in condizioni disperate con ustioni sull’85% del corpo, la giovane è morta alcune ore dopo il ricovero”.
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