Ieri abbiamo dato purtroppo notizia dell’ennesima aggressione ad un’insegnante scuola da parte di uno studente. Stavolta ad avere la peggio è stata una docente di 64enne di una scuola del napoletano, colpita da pugni sferrati da un alunno 15enne.
La donna si è sfogata a Il Corriere della Sera raccontando alcuni precedenti a dir poco spaventosi. «Purtroppo vivo un momento molto delicato della mia lunga carriera professionale. Un momento di amarezza e delusione, anche perché nei giorni scorsi avevo notato segnali preoccupanti. Uno per tutti: il 15enne mi ha inseguito a scuola con un accendino acceso e con l’intenzione di bruciarmi la giacca. Sono quarant’anni che insegno e l’ho fatto sempre in contesti difficili. Non passi che un pugno sia la diretta conseguenza di un rimprovero”.
La donna ha deciso di non denunciare. I militari sono ora impegnati nel comprendere le ragioni alla base del gesto. Sta di fatto che nei confronti del minore non è stata adottata alcuna misura. L’istituto si trova in una zona ritenuta particolarmente difficile.
Per la dirigente scolastica si è trattato di un “episodio grave ma isolato”, avvenuto in una scuola “che si propone come modello di legalità. Noi facciamo tutto il possibile per tutelare gli insegnanti ed i ragazzi. La professoressa non è grave e anche in questo caso faremo la nostra parte. Seguiremo l’iter disciplinare per il ragazzo, mentre la professoressa sarà tutelata nelle sedi che riterrà opportune e speriamo che, quanto prima, si possa mettere un punto a tutta questa storia»”.
Sul caso è intervenuto anche il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio: “Inaccettabile continuare a leggere di episodi di violenza contro gli insegnanti. La scuola non può fare tutto da sola, è la famiglia che prima di ogni altro deve trasmettere i giusti valori per impedire che si ripetano episodi come questo. All’insegnante colpita va tutta la mia solidarietà”.
Come abbiamo scritto, quando subisce un’aggressione verbale o fisica, il docente deve sempre informare, con una lettera scritta, il proprio dirigente scolastico, il quale, come prevede l’articolo 2087 del Codice civile, è obbligato ad adottare le necessarie misure atte a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti.
L’insegnante aggredito dovrebbe anche chiedere allo stesso preside di prendere provvedimenti per garantire le condizioni di sicurezza in ambito lavorativo previste dalla legge e scongiurare il ripetersi di ulteriori aggressioni in grado di provocare danni morali, fisici e/o biologici nei propri confronti.
Se sono stati riportati traumi o ferite, il lavoratore deve recarsi subito in pronto soccorso per le cure del caso e chiedere il rilascio del certificato medico attestante la diagnosi e le circostanze che hanno causato la richiesta di cure mediche presso la struttura ospedaliera: è bene ricordare anche la certificazione medica dovrà essere anche allegata alla successiva denuncia da presentare alla polizia giudiziaria o ai carabinieri.
Di recente, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha fatto sapere che i casi di violenza verso gli insegnanti in servizio si sono attestati ormai su una media di cinque al mese.
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