Il caso della professoressa Dall’Aria di Palermo è ormai un caso nazionale che sta provocando anche qualche problema politico.
Nelle ultime ore la parlamentare del M5S Gloria Vizzini ha annunciato una interrogazione ufficiale al Ministro: “La gravità di quanto accaduto a Palermo, con la sospensione della prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria, docente dell’istituto Vittorio Emanuele III, a causa di un presunto omesso controllo sui propri studenti, necessita di un chiarimento da parte del ministro Bussetti che espliciti secondo quale preciso procedimento, nonché su quali basi regolamentali, abbia agito l’ufficio scolastico territoriale del Ministero per sospendere la professoressa”.
“Inoltre – aggiunge Vizzini – per evitare in futuro il verificarsi di decisioni sanzionatorie simili, è utile che il Ministero elabori una circolare nella quale formalizzi che il ruolo degli insegnanti non sia quello di tacitare o censurare il libero esercizio di pensiero degli studenti, bensì quello di supportare ed esaltare le loro capacità cognitive e le loro specificità caratteriali positive, ovviamente fatto salvo il controllo sulla forma degli elaborati e sul comportamento degli studenti in orario scolastico”.
I sindacati del comparto hanno già espresso preoccupazione e disappunto per le modalità con cui l’Uffcio provinciale ha affrontato la situazione e per il pomeriggio del 17 hanno anche organizzato una manifestazione di protesta a Palermo.
Non a caso nelle stesse ore il sottosegretario Salvatore Giuliano, attraverso un post pubblicato su FB, dichiara: “Come Miur abbiamo chiesto chiarimenti all’ufficio territoriale che ha predisposto la sanzione nei confronti della professoressa di Palermo, Rosa Maria Dell’Aria. A tal proposito si è provveduto ad incaricare gli uffici centrali del Miur per approfondire l’intera vicenda”.
La sensazione è il Ministero voglia “prendere le distanze” dal modo con cui l’Ufficio territoriale di Palermo ha gestito il caso: senza entrare nel merito della vicenda è fuori dubbio che la sanzione inflitta alla docente ha di nuovo “ricompattato” gran parte del “mondo della scuola” che sta protestando contro un provvedimento considerato lesivo della libertà di insegnamento.
E siccome, guarda caso, il lavoro incriminato riguarda proprio aspetti importanti delle politiche del Governo (e del ministro dell’interno in particolare) in materia di sicurezza e immigrazione è evidente che – indirettamente – Matteo Salvini non ne esce benissimo.
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