Una storia che sembra essere volta a un lieto fine. Una docente di inglese di 64 anni è stata operata con successo dall’equipe di Neurochirurgia di Antonio Fioravanti dell’ospedale Maggiore di Cremona adoperando una tecnica iper-specialistica e ad alta complessità, come riporta La Repubblica.
La donna si è sentita male a scuola e poi ha scoperto di avere una lesione cerebrale. “Mi sono ritrovata malata all’improvviso – racconta la prof. di inglese – Durante gli scrutini di fine anno ho avuto un malore, che mi ha portata in ospedale e qui ho scoperto della lesione cerebrale che richiedeva subito l’intervento chirurgico”.
“I medici mi hanno spiegato tutto, anche la causa di quella stanchezza eccessiva che mi accompagnava da tempo. Nelle ore prima di entrare in sala operatoria ho fatto alcuni colloqui e mi hanno somministrato dei test che ho ripetuto al risveglio durante l’intervento. Avevo paura del dolore e di come sarebbe andata, ma ora sono contenta di aver superato la prova e di poter tornare a casa”, ha raccontato.
“Destrimane e con lesione temporale sinistra, la paziente ama molto il suo lavoro e non vede l’ora di tornare dai suoi studenti – racconta Fioravanti – Per noi chirurghi era fondamentale fare il possibile per riparare la lesione, ma anche preservare la duplice funzione del linguaggio”.
Il caso della docente di lingue presentava una particolarità curiosa. “Dalla risonanza magnetica funzionale, eseguita in entrambe le lingue, è emersa una localizzazione dell’area del linguaggio in italiano a sinistra, l’area di Broca, come è corretto che sia, fra l’altro in prossimità della lesione, e un’attivazione delle aree per il linguaggio inglese in entrambi gli emisferi, sinistro e destro – aggiunge Sara Subacchi, neuropsicologa che ha seguito la prof. in tutte le fasi – Per questo motivo in sala operatoria è stato eseguito un monitoraggio in doppia lingua, caratterizzato da compiti visivi, di lettura e associazione semantica che la signora Maria ha svolto benissimo”.
Il primo desiderio, dopo questa operazione? “Quel viaggio a New York programmato con i miei studenti dopo la metà di luglio, ma non sono certa di avere le forze per affrontarlo, nonostante Fioravanti mi incoraggi e dica che aspetterà la mia cartolina da appendere in reparto”.
La docente è stata operata con la tecnica della chirurgia da svegli o ‘awake surgery’, che viene spesso utilizzata per il trattamento dei tumori del cervello – come i gliomi -, localizzati in aree critiche, definite eloquenti, dove si trovano le nostre funzioni superiori come il movimento e il linguaggio. “Questa tecnica è preziosa – spiega il direttore di Neurochirurgia dell’ospedale di Cremona -, perché consente a noi professionisti di avvalerci della mappa corticale mentre operiamo. Attraverso le neurostimolazioni sul cervello del paziente, sveglio, cosciente e collaborativo, l’équipe chirurgica può avere un ritorno immediato sulle funzioni fondamentali della persona e agire di conseguenza per mantenerle integre a garanzia di una buona qualità di vita”, ha concluso.
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