Politica scolastica

Docente sospesa: è scontro fra Bussetti (Lega) e Giuliano (M5S)

Il caso della docente di Palermo sanzionata per il video dei propri alunni è ormai diventato un caso politico che sta contribuendo anche ad alimentare i contrasti fra i due alleati di Governo.

Giuliano: provvedimento lesivo della libertà della docente

Il Ministro Bussetti ha annunciato di voler andare a Palermo insieme con il vicepresidente Matteo Salvini per incontrare la professoressa Dell’Aria, ma ha anche aggiunto di non avere strumenti per revocare la sanzione inflitta all’insegnante.
Il sottosegretario 5S Salvatore Giuliano, invece, è molto esplicito e in un post pubblicato sulla sua pagina FB dichiara: “Il provvedimento contro la professoressa Rosa Maria Dell’Aria è esagerato e lesivo della libertà e autonomia della docente e degli alunni della scuola di Palermo. L’ho sentita poco fa e da preside e da rappresentante del governo, mi limito a dire che la professoressa ha fatto bene il suo lavoro. Per questo mi prendo l’impegno di fare tutto il possibile per interrompere quanto prima questa assurda sospensione dall’insegnamento contro la professoressa, a cui rinnovo tutta la mia vicinanza”.
Giuliano parla di provvedimento disciplinare “esagerato e lesivo della libertà e autonomia della docente” e con queste parole lascia intuire di aver letto le carte del procedimento e di essersi formato questo convincimento.
Bussetti, al contrario, dice di aver disposto un supplemento di indagine per poter acquisire ulteriori elementi.
A questo punto la domanda è d’obbligo: ma al Ministero le “carte” sono note o no?
Peraltro va anche osservato che Giuliano sostiene che farà tutto il possibile per interrompere la sospensione ma senza fare minimamente cenno allo strumento amministrativo che intende utilizzare.

Bussetti contro Giuliano

A conti fatti l’impressione complessiva è che a viale Trastevere la confusione regni sovrana e che nessuno abbia la benché minima idea concreta su come riuscire ad annullare gli effetti (anche elettorali) della decisione dell’Ufficio provinciale di Palermo che con il passare delle ore assume sempre più i contorni di un clamoroso errore di cui però nessuno vuole assumere la paternità.

Reginaldo Palermo

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