La questione della prossima introduzione del docente tutor, di cui da tempo parla il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, è sulla bocca di tutti. A quanto pare il leghista desidera inserire nelle scuole una figura che si occupi degli studenti più bisognosi di attenzioni ma anche di coloro che risultano essere più meritevoli. La decisione ha attirato numerose critiche, legate alla scarsa concretezza della proposta, o al fatto che questa figura sarà retribuita meglio rispetto agli altri docenti.
A dire la sua sul tema, intervistato oggi 10 gennaio ai microfoni di Radio Cusano Campus, è stato il giornalista, scrittore e autore della Tecnica della Scuola Pasquale Almirante all’interno del programma Open Day, legandolo alla questione della dispersione scolastica: “Secondo me non si tratta di una figura utile per contrastarla. Basta guardare i dati singolari di regioni del Sud come Campania, Sardegna e Sicilia, dove impera la disoccupazione. Qui la dispersione scolastica raggiunge picchi superiori al 30%, mentre in alcuni territori del settentrione supera di poco il 5%. Bisognerebbe recuperare questi ragazzi creando lavoro, infrastrutture, possibilità di vivere decorosamente”.
“Il tutor può essere un esperto di didattica ma non potrà mai arginarla davvero in zone con queste condizioni economiche. La Commissione antimafia, guidata da Claudio Fava, l’anno scorso ha posto attenzione sul problema della dispersione scolastica in Sicilia in primo piano. Ancora, però, non è successo nulla, e nulla succederà se non si crea lavoro”, ha aggiunto Almirante.
Quest’ultimo ha disegnato uno spaccato di alcune zone degradate: “Alcuni ragazzi a volte sono costretti dalla famiglia a dover lasciare la scuola per guadagnarsi un pezzo di pane. La dispersione scolastica è maggiore nei quartieri popolari più degradati dove regna la malavita, che diventa punto di riferimento per questi giovani. Si possono investire soldi su una figura, peraltro non nuova, ma non si risolverà il problema”.
Almirante ha anche commentato una possibile analogia tra il tutor che entrerà nelle scuole italiane e i tutor presenti in altri sistemi scolastici d’oltreoceano: “Abbiamo sempre imitato l’America ma bisogna sottolineare che negli Usa c’è una presenza di scuole private enorme”.
“In ogni caso il tutor dovrebbe essere inquadrato dal contratto scuola, con degli incarichi precisi. Ma chi lo preparerà? Come? Chi sono i docenti che lo faranno? Mi sembra tutto complesso, un atteggiamento perlopiù propagandistico più che nell’interesse della scuola”, ha concluso Pasquale Almirante, esprimendo alcuni dubbi relativi alla preparazione del docente tutor e dell’intento di Valditara.
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