Il decreto 226 del 16 agosto 2022, nel dettare le disposizioni concernenti il percorso di formazione e di prova del personale docente al fine di essere confermato in ruolo, indica le funzioni e i compiti cui è chiamato il docente tutor.
E’ nell’ambito del collegio dei docenti che il dirigente scolastico individua i docenti che dovranno assumere la funzione di tutor nei confronti dei docenti in anno di prova.
I requisiti richiesti sono: oltre ad essere di ruolo, nell’appartenere alla stessa classe di concorso del docente in anno di prova o quantomeno appartenere a una classe di concorso similare, inoltre deve possedere una buona empatia e avere una buona capacità di ascolto deve possedere adeguate competenze culturali, comprovate esperienze didattiche, attitudine a svolgere funzioni di tutoraggio, counseling, supervisione professionale.
Le attività formative del docente in anno di prova prendono avvio dalla stesura di un progetto formativo, elaborato entro i primi due mesi dalla presa di servizio, dal docente in anno di prova con la collaborazione del docente tutor. Nel progetto devono emergere le competenze possedute e i punti da potenziare.
Il Dirigente scolastico, sentito il docente tutor sulla base del bilancio delle competenze e sulle esigenze della scuola concorda con Ministero gli obiettivi di sviluppo delle competenze di natura culturale, disciplinare, pedagogica, didattica – metodologica e relazionale, da raggiungere attraverso le attività formative.
Al termine del percorso, il docente in anno di prova con la supervisione del docente tutor, traccia un nuovo bilancio delle competenze al fine di registrare i progressi effettuati dal punto di vista del processo d’insegnamento/apprendimento.
Le attività formative hanno una durata complessiva di 50 ore, organizzate in 4 fasi:
Delle suddette quattro attività l’osservazione in classe, della durata di 12 ore, è quella in cui opera in maniera diretta il docente tutor ed è finalizzata al miglioramento delle pratiche didattiche, alla riflessione sugli aspetti principali dell’insegnamento, alla modalità di conduzione delle attività didattiche, al sostegno alla motivazione degli alunni alla capacità di organizzare gli ambienti di apprendimento e alla modalità di verifica formativa degli apprendimenti.
Il decreto 226, all’attività del tutor riconosce un compenso economico nell’ambito delle risorse assegnate all’istituzione scolastica per il Miglioramento dell’Offerta Formativa oltre a una specifica attestazione dell’attività svolta.
Al docente tutor in considerazione che sono previste formalmente 12 ore di attività, pagati come attività aggiuntive non d’insegnamento a 17,50 euro lordi l’ora, dovrebbero essere corrisposti 210 € lordi, alla suddetta somma va sottratta l’irpef in rapporto alla fascia di stipendio. Va detto che nella stragrande maggioranza dei casi l’importo riconosciuto al docente tutor è stabilito in forma forfettaria nella contrattazione d’istituto tra il dirigente scolastico e le RSU attingendo dal FIS (Fondo Istruzione Scolastica.)
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