Mentre in Italia si parla del docente tutor, una figura voluta dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, che dovrà occuparsi degli studenti meno bravi e più brillanti al fine di riuscire a valorizzare il talento di ognuno, negli Usa si stanno facendo esperimenti a proposito dei tutor AI, sistemi software basati su reti neurali (che imitano la costruzione del pensiero nel cervello umano) che potrebbero prestare a ogni studente un’attenzione personalizzata.
Ne ha parlato di recente il New York Times e la notizia è rimbalzata in Italia anche grazie al giornale La Svolta. A quanto pare sarà questo il futuro della didattica, che riuscirà sempre più a incontrare i bisogni specifici di ogni singolo studente. Tra le aziende promotrici di questa potenziale rivoluzione della didattica c’è Riiid, una start-up fondata in Corea.
Linfa vitale a progetti di questo tipo è stata data dallo sviluppo del deep learning, un avanzamento nell’intelligenza artificiale che funziona con l’autoapprendimento. Ma da dove partono queste innovazioni? Sicuramente dalla raccolta di ingenti quantità di dati da cui apprendere.
L’obiettivo dell’app
Per farlo Riiid ha lanciato un’app di preparazione al test Toeic (Test of English for International Communication) chiamata Santa Claus, con cui ha accumulato dati sulle interazioni degli studenti, andando a costruire e ad arricchire quella che oggi è una delle banche dati sull’istruzione pubblica più grandi al mondo: EdNet.
Sulla base di quell’esperienza ora Riiid sta introducendo una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale per gli esami di ammissione all’università. Il prodotto sarà lanciato entro la fine di gennaio 2023. Rispondendo a 30 domande, gli studenti ottengono un’analisi dei loro punti deboli e una guida pratica su come migliorare.
Nel frattempo il 4 gennaio anche la Commissione europea si è espressa sul tema, pubblicando alcune linee guida etiche sull’uso dell’intelligenza artificiale. “Le linee guida sono progettate per aiutare gli educatori a comprendere il potenziale che le applicazioni dell’IA e l’utilizzo dei dati possono avere nell’istruzione e per aumentare la consapevolezza dei possibili rischi così che siano in grado di impegnarsi in modo positivo, critico ed etico con i sistemi di intelligenza artificiale e sfruttarne appieno il potenziale”, sottolinea la direzione generale dell’Istruzione, della gioventù, dello sport e della cultura della Commissione europea.
I rischi
“L’intelligenza artificiale ha un grande potenziale, – ha affermato Maryia Gabriel, commissaria per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani – può trasformare l’istruzione e la formazione per gli studenti, gli insegnanti e il personale scolastico, può aiutare gli studenti con difficoltà di apprendimento e sostenere gli insegnanti grazie all’apprendimento personalizzato. L’utilizzo dell’IA e dei dati comporta tuttavia rischi per la vita privata e la sicurezza, in particolare quando riguarda i nostri giovani. Sono quindi lieta che gli orientamenti contribuiranno a garantire che questi rischi siano presi in considerazione e che i nostri figli possano essere protetti e al sicuro”, ha concluso.
Di recente si sta parlando anche di un’altra applicazione relativa alla scuola dell’intelligenza artificiale: chatGpt, un nuovo modello di Generative Pretrained Transformer di OpenAI che, in poche parole, permette di ottimizzare l’interazione degli utenti (umani) con l’intelligenza artificiale. Lo strumento può decisamente dare una mano agli studenti intenti a scrivere temi o elaborati semplicemente digitando qualche parola.