Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato un’intervista esclusiva Il Corriere della Sera pubblicata oggi, 30 marzo, in cui ha delineato meglio le figure dei docenti tutor e orientatori e ha spiegato quali saranno i prossimi traguardi che il suo dicastero vuole raggiungere nel prossimo futuro.
“Da settembre debutteranno poco meno di 40 mila tutor per gli studenti degli ultimi tre anni di scuola superiore e circa 10 mila orientatori, uno per ogni scuola. Progressivamente avremo 100 mila tutor, dalla prima media alla quinta superiore. Il loro compito è coordinare i colleghi e assicurare la personalizzazione del curriculum, con particolare attenzione agli studenti in difficoltà e a quelli molto brillanti che si annoiano”, ha esordito.
Valditara si è poi concentrato sul fattore retributivo: “I professori tutor avranno un incremento di retribuzione dai 2.859 euro a 4.675 all’anno in base al numero di studenti di cui si occuperanno. Gli orientatori avranno un’aggiunta di 1,5-2 mila euro”
Ma come funzionerà? “Per esempio: in una classe di trenta si individuano 7-8 studenti che manifestano difficoltà e devono recuperare con approfondimenti e sostegno disciplinare con i loro insegnanti. Il tutor predispone, d’intesa con i colleghi, un percorso personalizzato. Gli insegnanti delle diverse discipline interverranno per aiutare i ragazzi con particolari fabbisogni. Per pagare queste attività possiamo attingere da diversi capitoli: quelli per la dispersione, 1,5 miliardi; i 600 milioni del Pnrr per la formazione e il recupero delle materie Stem. Avremo particolare attenzione alle studentesse che hanno un gap maggiore rispetto agli studenti in queste discipline. E poi ci sono 300 milioni di fondi per il potenziamento della didattica”.
Quando si svolgeranno le attività di recupero? “Saranno anche dopo l’orario scolastico. Offriamo così un servizio di recupero per i ragazzi di famiglie che non potrebbero pagare le ripetizioni. Sono percorsi personalizzati per recuperare i gap o valorizzare i talenti: ognuno deciderà. Troverei curioso che uno studente preferisse non partecipare”.
I docenti, come abbiamo spiegato, per accedere a questi incarichi dovranno formarsi: “E’ una sperimentazione, sono previste ulteriori attività di aggiornamento: partiamo così e poi lo vorrei mettere nel contratto. I docenti seguiranno lezioni di psicologia e pedagogia, con esame finale”, ha detto Valditara.
Quest’ultimo ha poi dato qualche delucidazione in merito ai prossimi concorsi: “In estate si farà il concorso per i precari con tre anni di anzianità o che hanno già 24 crediti Cfu, come previsto dal Pnrr: sono 25 mila posti circa. Sto lavorando con i sindacati ad un piano straordinario di reclutamento extra Pnrr”.
E, infine, qualche parola in merito ai ritardi relativi al Pnrr: “Abbiamo chiesto alla Commissione una dilazione di sei mesi, come ci chiedono gli enti locali: scontiamo ritardi rilevanti perché il governo precedente non aveva predisposto procedure semplificate, che ora abbiamo attivato. Si aggiunga il problema inatteso dei rincari delle materie prime”, ha concluso il ministro.
Il deputato M5S in commissione Istruzione alla Camera Gaetano Amato ha subito risposto alle parole del ministro, con cui non si trova d’accordo a proposito dell‘introduzione delle nuove figure di docenti: “Nella sua intervista il ministro dell’istruzione Valditara ci fa sapere che a settembre debutteranno 40.000 tutor nelle scuole italiane, e che a regime diventeranno 100.000. Ebbene, l’auspicio ovviamente è quello che queste figure possano consentire un miglior funzionamento delle nostre scuole, ma è il caso di sottolineare che nelle nostre scuole mancano almeno 200.000 insegnanti, e che il concorso di cui parla Valditara nell’intervista già di per sé non sarebbe idoneo a colmare questo vuoto ma in ogni caso non potrà mai terminare entro settembre”.
“Inoltre nell’intervista dice che i tutor si occuperanno di 7-8 studenti in classi di 30 alunni, considerando ormai come un’ovvietà la presenza di classi pollaio nelle nostre scuole. Siamo alle solite dunque: misure spot sulla scuola e scarsa o nulla programmazione e investimenti su quelle che sono le reali esigenze dei nostri studenti e della comunità scolastica. Zero risposte su precariato, riduzione del numero di alunni per classe, stipendi del personale scolastico e soprattutto zero soluzioni per arrivare a settembre riducendo davvero il numero di cattedre scoperte”, ha lamentato, esponendo che tipo di interventi dovrebbe attuare il capo del dicastero di Viale Trastevere.
In una nota il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, e il gruppo di esperti della ‘Task force Scuola’ del Cnop guidata dalla prof.ssa Daniela Lucangeli, hanno espresso preoccupazione a proposito delle modalità con cui verranno formate le nuove figure, condannando le parole di Valditara: “Le affermazioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara rilasciate oggi suscitano più di qualche perplessità e preoccupazione. Davvero secondo il ministro sono sufficienti venti ore di formazione aggiuntive per i docenti, con qualche ora di psicologia, per sostituirsi ai professionisti di cui necessitano le nostre ragazze e i nostri ragazzi nelle scuole? Tutto il mondo della scuola chiede da tempo una presenza qualificata di psicologi per la promozione delle risorse dei ragazzi, per l’ascolto e la prevenzione, per supportare il personale scolastico. Ieri l’Istituto Superiore della Sanità ci ha detto che un adolescente su due è a rischio: cosa si vuole aspettare?”, hanno concluso, invocando a gran voce l‘introduzione di psicologi a scuola.
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