Questa mattina, lunedì 3 ottobre, sono rientrati in classi gli studenti e il personale scolastico dell’Istituto Marino, Melito, alle porte di Napoli. La scuola, nelle settimane scorse, è stata luogo di omicidio di un professore, Marcello Toscano, da parte di un collaboratore scolastico, secondo la Procura.
Il rientro ha visto genitori, docenti e alunni manifestare pacificamente davanti ai cancelli affinché le istituzioni pongano l’attenzione sulla sicurezza della scuola. Gli studenti hanno portato avanti uno striscione con scritto “non lasciateci soli”. Presenti, inoltre, tanti mazzi di fiori e bigliettini per il compianto docente, collega e amico.
Una delle mamme presenti all’ingresso ha dichiarato: “Quella coltellata non ha ucciso solo il professore, quella coltellata ha colpito l’intera città”. Ai colleghi di Dire, Manuela del Frate, componente del comitato genitori, ha aggiunto: “Chiediamo un presidio di sicurezza, un incremento delle forze dell’ordine per il territorio di Melito e in particolare di questo plesso scolastico perché abbraccia una zona di confine dove c’è una platea molto difficoltosa, è un territorio ad alto tasso di criminalità. I ragazzi – continua – sono preoccupati che possa accadere qualcosa all’interno della scuola, come è già accaduto. Però noi mamme cerchiamo di rassicurarli in tutto e per tutto. Purtroppo assistiamo a un aumento della micro e macro criminalità, la situazione è fuori controllo. Non c’è un organico che possa rispondere a questa richiesta di controllo e, inoltre, i ragazzi hanno perso il senso della realtà dopo due anni e mezzo di pandemia. Non riescono a vivere la scuola serenamente come era un tempo”.
Ai microfoni di TG3, il sindaco di Melito, Luciano Mottola, ha dichiarato: “È stata accoltellata la platea studentesca ed è stata accoltellata la città di Melito. Da questo dobbiamo reagire ed andare avanti, ma da soli non riusciremo a dare risposte”.
Per il momento, gli studenti saranno accolti da uno staff di psicologi che insieme agli insegnanti hanno il compito di rassicurare e ricostruire una comunità impaurita.
Ad intervenire anche la dirigente scolastica che, rimasta a casa a causa del Covid, ha mandato una lettera facendo leva sul senso di legalità: “È fondamentale ricordarci che l’istruzione è l’arma più potente che esista contro la violenza”.
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