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Il docente che vuole tornare al Sud: donna, 50enne, pluriabilitata. Il 4 gennaio sit in ‘nastrini rossi’

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Donna, 50enne, nativa del Sud, spesso con più abilitazioni all’insegnamento: è il prototipo dell’insegnante che la riforma della Buona Scuola ha assunto ma destinato a centinaia di chilometri da casa. Un destino che riguarderebbe circa 30mila docenti. A raffigurare il profilo del docente trasferito suo malgrado fuori provincia e a quantificarne il fenomeno, sono i ‘nastrini rossi’, che annunciano un nuovo in sit per giovedì 4 gennaio: alle 10,30 sotto il porticato della regione Puglia si sono dati appuntamento i docenti assunti dal piano straordinario attuato con la Legge 107/2015.

Così si impoverisce il Sud

Questi insegnanti, sostiene l’associazione, “continuano a sentirsi danneggiati da una politica che imperterrita ignora le richieste delle genti del Sud. Quel Sud che continua a pagare dazio al Nord questa volta ‘deportando’ soprattutto donne con età media di 50 anni altamente specializzate e con un ruolo nella società del Mezzogiorno ben definito”.

Secondo i ‘nastrini rossi’ stiamo assistendo ad “una tragedia quella del continuo impoverimento del Sud, che sta avendo ripercussioni drammatiche non solo nella sfera privata, ma anche e soprattutto sotto l’aspetto dell’impoverimento economico, sociale e culturale dei territori del Meridione”.

Solo in Puglia 3mila docenti coinvolti

Gli oppositori ai trasferimenti forzati, in cambio dell’immissione in ruolo, quindi proseguono “l’onda di protesta avviata il 28 dicembre scorso a Catania, per ribadire – sottolineano – il dissenso nei riguardi di un Legge che ha stabilizzato i contratti prima a tempo determinato ma che di fatto ha reso precarie le vite di migliaia di insegnanti. Solo in Puglia i docenti interessati sono oltre 3 mila e in tutta Italia le stime raccontano di 30 mila docenti costretti a lasciare e proprie famiglie del Sud per rincorrere le cattedre al Nord”.