I numeri dei trasferimenti dei docenti della scuola italiana non sono quelli “mostruosi” pubblicati nei giorni scorsi dal primo quotidiano nazionale.
È documentata la risposta della Cisl Scuola alle stime di 250.000 spostamenti di sede effettuati all’inizio del corrente anno scolastico: per il sindacato, infatti, nel computo della mobilità, “tolte dal conteggio le supplenze, resta il numero dei docenti che hanno ottenuto un trasferimento nel 2016/17, pari a 157.901”.
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, ritiene che è un “numero piuttosto elevato (ancorché molto lontano dagli sbandierati 250.000), ma su cui va fatta un’ulteriore precisazione di non poco conto: di quei 157.000 movimenti, infatti, ben 85.000 rappresentano un’operazione dovuta e inevitabile, ossia l’attribuzione della sede di titolarità ai docenti assunti nel corso dell’anno scolastico precedente, i quali per legge sono tenuti a presentare una domanda che si chiama “di trasferimento”, ma in realtà serve non a cambiare sede, ma a ottenerne una”.
Restano quindi in totale poco più di 70.000 i trasferimenti “veri”, quelli cioè di chi si trasferisce da una sede a un’altra perché ha chiesto e ottenuto di farlo.
Ma anche questo numero andrebbe depurato: “anzitutto dai movimenti cosiddetti “d’ufficio”, dovuti cioè alla necessità di trasferire docenti che hanno perso il posto, e poi anche da quelli di chi – al contrario – riesce a tornare nella scuola da cui era stato allontanato in precedenza perché soprannumerario. In questo secondo caso, consentendo magari di recuperare quella continuità didattica che si era interrotta non certo per volontà del docente”, sottolinea Gissi. Si tratta, quindi, di alcune migliaia di docenti che andrebbero sottratti dai 70mila. E non solo loro.
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Perché ci sono anche i “movimenti su posti di sostegno, che sono in tutto poco meno di 30.000 (18.427 internamente alle singole province, 11.540 tra province diverse). Se ne ricava che i trasferimenti “a domanda” di docenti titolari su cattedra, posto classe o sezione sono circa 40.000 (ma probabilmente di meno, se si considerano i movimenti “subìti” dai perdenti posto)”, incalza la sindacalista.
Per poi concludere: “questi i numeri veri dei trasferimenti, cui si possono aggiungere i circa 27.000 insegnanti che hanno ottenuto assegnazione provvisoria (di cui 14.000 su sostegno e 13.000 su cattedra, classe o sezione), ricordando però che si tratta di movimenti legati a specifiche e limitate motivazioni di carattere personale o familiare”.
Invece, commenta ancora Gissi, si è finito “per accreditare l’immagine di un corpo docente intento solo alla cura del proprio interesse o addirittura dedito al “turismo” a scapito degli alunni (come indecentemente qualcuno è arrivato a dire)”: in questo caso, “allora non si rende un buon servizio né alla scuola, né a una corretta informazione”.
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