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Docenti, 8 su 10 sono donne: stipendi bassi, precarie, bloccate e in ruolo senza carriera. Manzi (Pd) chiede aiuto al nuovo Parlamento – INTERVISTA

In Italia la vita dell’insegnante è particolarmente difficile: parliamo per oltre l’80% di donne, pagate meno degli impiegati, costrette quasi sempre ad anni e anni di precariato; poi, una volta di ruolo, non hanno possibilità alcuna di fare carriera, se si eccettua l’eccezione di chi vince il concorso per dirigente scolastica. La Tecnica della Scuola ne ha parlato con la neo deputata Irene Manzi, responsabile Scuola del Partito Democratico ed esperta dei diritti delle lavoratrici.

Con la deputata dem si è cercato di capire quali sono i provvedimenti che andrebbero attuati su questo fronte nella nuova legislatura.

Prima di tutto, Manzi pone la questione del pericolo di una nuova ondata di tagli alla scuola, come avvenne nel 2008: “Il tema delle risorse sarà vigilato da noi. Il nostro obiettivo in campagna elettorale era proprio quello di investire sulle risorse che riguardavano la scuola”.

Meloni e la tessera della Cgil

Manzi si scaglia contro la futura premier Giorgia Meloni, rimarcando una frase pronunciata da quest’ultima in campagna elettorale “per essere un bravo docente non è necessaria la tessera di un sindacato“.

“Io credo – ha detto la dem – che sia una frase molto offensiva per i docenti, perché si rappresenta la scuola come non è, offensiva per il sindacato che viene chiamato in causa. Penso che questo paese e i docenti, soprattutto di questo Paese, la comunità scolastica in sé, meritino qualcosa di meglio rispetto alla propaganda e quindi vigileremo su questo”.

I temi su cui lavorare in Parlamento

E continua: “Vigileremo anche su quelle che sono le educazione trasversali. Penso all’affettività, penso alla parità, al tema dei diritti, penso ad alcune affermazioni della Lega rispetto, appunto, a principi irrinunciabili che le famiglie devono difendere rispetto al mondo della scuola”.

Nella scuola abbiamo oltre l’80% di insegnanti e anche personale ATA, dirigenti che mediamente comunque sono donne, quindi abbiamo una presenza femminile molto alta. Abbiamo chiesto a Irene Manzi quali sono secondo lei i punti (a parte l’aumento di stipendio) su cui bisognerebbe sensibilizzare il Parlamento e legiferare per salvaguardare la donna che lavora nella scuola e in generale la donna che è impegnata nel mondo del lavoro.

Femminilizzazione, precariato, mobilità, trasporti e libri

“Il tema di una femminilizzazione del personale scolastico – risponde l’onorevole – rispetto a una parità di entrambi i generi all’interno del mondo scolastico. Penso che questo sia un tema fondamentale, che si unisce anche a un tema non secondario, che è quello del precariato che riguarda in primo luogo anche le donne”. E poi c’è quello della mobilità, dei trasferimenti per avvicinarsi a casa, resa particolarmente difficile.

Poi ci sono temi, come i trasporti e i libri di testo gratuiti che rientravano nei nostri obiettivi di programma e sono stati ripresi dalla Lega di Matteo Salvini.

“C’è la forte necessità di favorire questi processi e questi percorsi, sensibilizzando il Parlamento e arrivando a legiferare per salvaguardare chi lavora nella scuola e in generale la donna impegnata nel mondo del lavoro”.

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Redazione

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