Ha destato scalpore la notizia di un docente aggredito presso l’Istituto tecnico commerciale “Russell Moro” di Torino.
La dirigente dell’istituto scolastico, Marina Maifredi, si dice “sconvolta” in un’intervista a La Stampa: “Un fatto gravissimo, che in questa scuola non è mai avvenuto. E che io in vent’anni di insegnamento in un istituto professionale non ho mai visto. Problemi disciplinari sì, sospensioni, ammonizioni tante. Ma picchiare un docente mai”.
Un docente è stato vittima di un pestaggio avvenuto perché una collega e il vice preside poco prima si erano permessi di chiedere a un allievo diciassettenne di giustificare il ritardo.
Un’aggressione compiuta, secondo quanto riporta il quotidiano torinese, da due dipendenti della ditta del padre dello studente redarguito per un ritardo. Con l’uomo che stava a guardare e che alla fine ha detto di non conoscerli.
“Il professore – spiega la dirigente scolastica – è una persona dolce con molti anni di servizio, stimata da tutti, l’ho visto veramente provato, al di là del dolore fisico, per l’umiliazione subita”.
“Ho chiesto al personale di riferirmi i fatti con una relazione scritta e ho convocato i genitori con lo studente per lunedì mattina. Devo sentire anche la loro versione. Un dato però è oggettivo: un professore è stato picchiato dai due accompagnatori del padre. Che per altro dice di non conoscerli. Si tratta di un episodio che ci lascia tutti esterrefatti, sconvolti. In questa scuola ci sono mille allievi, ci sono problemi disciplinari come in ogni scuola, ma niente di problematico. Abbiamo progetti sulla legalità, abbiamo organizzato la settimana di contrasto al bullismo. Devo concludere l’istruttoria, poi vedremo i provvedimenti da prendere. Certamente saranno coinvolti gli organi collegiali. Ho scritto al direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per informarlo di quanto è accaduto, poi gli manderò una relazione”.
Giovedì o venerdì, così come rendono noto la rappresentanza studentesca dell’istituto, ci sarà una fiaccolata perché “quanto è accaduto non deve essere un fatto che alla fine si lascia correre”.
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