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Docenti aggrediti, crisi educativa e disagio. Cosa fare? Segnalare al ds che ha obblighi specifici – VIDEO

Docenti sempre più vessati, umiliati e offesi da alunni e genitori. Se n’è parlato nel corso dell’appuntamento della Tecnica risponde live di giovedì 21 aprile. Un interessante dibattito che ha tenuto conto dei recenti gravi episodi di cronaca che hanno visto i docenti sempre più vittime di spiacevoli situazioni.

Dino Caudullo, legale esperto in diritto scolastico ha affermato:

“La parentesi del Covid ha in parte modificato determinati atteggiamenti. Abbiamo visto durante le prime settimane di didattica a distanza, le incursioni durante le lezioni in video-conferenza, le offese ai docenti. Anche in quel contesto il fenomeno ha cambiato le modalità ma non è venuto meno. Si è avuta un’escalation negli ultimi anni di fenomeni in danno dei docenti, soprattutto da parte di alunni oltre che in diversi casi da parte di genitori che denotano un decadimento da parte della nostra società perché il ruolo del docente non è più quello che era un tempo. C’è una visione a volte distorta del rapporto docenti-alunni-genitori”.

Cosa può fare un docente? Non dimentichiamo che è un pubblico ufficiale e come tale il suo ruolo nell’ambito del suo ufficio è tutelato dal codice penale anche in maniera abbastanza severa. Con il decreto sicurezza bis del 2019 sono state inasprite le pene per i casi di oltraggio a pubblico ufficiale, la pena può arrivare anche a tre anni di reclusione. Il docente ha il dovere di segnalarlo al dirigente che in quel momento rappresenta l’amministrazione datrice di lavoro e ha un obbligo di natura contrattuale nei confronti dei lavoratori ossia di garantirne l’integrità psico-fisica. Il dirigente scolastico, ricevuta la segnalazione formale del docente aggredito ha un obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria, pena una sanzione penale a proprio carico per omessa denuncia. Considerata la gravità dell’episodio, si può poi segnalare l’accaduto agli organi di polizia o denuncia alla Procura della Repubblica. Di fronte ad alunni di età superiore ai 14 anni, quindi imputabili, le conseguenze sono di un certo rilievo. Visti i frequenti casi dell’ultimo periodo, l’invito è di segnalare tempestivamente e formalmente gli episodi in primis al dirigente scolastico per far scattare quell’obbligo di denuncia a suo carico e per rivendicare l’obbligo contrattuale a carico dell’amministrazione di tutelare il personale”.

Ospiti della diretta anche il coordinatore della Gilda degli Insegnanti di Parma e Piacenza Salvatore Pizzo e la portavoce della Cub Scuola Giovanna Lo Presti che ha dichiarato:

“C’è una crisi educativa fortissima, la radice è profonda, sta nel rapporto educativo, se non si risolve questo, il resto sono solo tamponi. I casi che arrivano alla cronaca sono accompagnati da mille disagi. È più facile che accada qualcosa in luoghi che hanno problemi socio-economici. Piazzare le telecamere risolve ben poco. C’è poi l’uso del telefonino per riprendere e mettere subito in rete, non possiamo far finta di niente. C’è ancora un video di anni fa di un docente umiliato da un alunno. Sono cose serie. Non ci si può difendere individualmente. C’è l’insegnante autorevole a cui queste cose non accadono, ma non solo. A volte il dirigente ribalta la responsabilità sulla scarsa autorevolezza dell’insegnante. O i casi delle docenti disabili accusate dai genitori. La via d’uscita non è di tipo protocollare, i lavoratori non possono essere trattati come i maggiori responsabili di qualsiasi situazione”.

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Redazione

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