Tutti mi chiedono dei recenti episodi di bullismo, dell’autorità perduta della scuola, della difficoltà di fare il docente in certe classi, e così via.
Eppure, mi permetto di rispondere sempre che, prima della crisi di autorità e autorevolezza della scuola, nel contesto attuale, la vera crisi riguarda le famiglie. Perché i ragazzi, checchè se ne dica, vivono ed esprimono a scuola quello che vivono e respirano a casa.
Poi, lo sappiamo, in un contesto più generale che non riconosce il principio di verità (nichilismo e relativismo come cifre culturali del nostro tempo), anche se si continua a parlare di società della conoscenza, di cui la scuola è la prima trincea, è evidente il disconoscimento del conseguente principio di autorità di chi possiede conoscenze e competenze.
Su questo snodo si concentra oggi il valore ma anche il limite del fare scuola oggi.
In troppi casi vera supplenza del vuoto valoriale di troppe famiglie, ma anche unico argine al mondo utilitaristico, con le fake news che sembrano farla da padrona rispetto alla semplice domanda di verità, quindi di bene, di giustizia.
Ma non dobbiamo nemmeno dipingere un quadro a tinte troppo fosche, perché la stragrande maggioranza delle scuole non vive le situazioni che abbiamo visto in questi giorni: giovani violenti come anche maestre che trattano male i bambini piccoli. Cose che fanno male.
Grazie a Dio, sono eccezioni. Mentre la realtà è fatta di scuole, la gran parte, dicevo, come luoghi educativi a tutto tondo.
La cosa fondamentale è, di fronte ad un comportamento scorretto di un ragazzo, coinvolgere sempre la famiglia, che ha la prima e piena titolarità educativa. Anche se, in alcuni casi, ci sono situazioni, dicevo, nelle quali la famiglia non c’è, o copre sempre e comunque le magagne dei propri figli.
La chiave di volta è sempre la stessa: il dialogo aperto, nella chiarezza e diversità dei ruoli. Perché la responsabilità scolastica è della scuola, mentre la responsabilità educativa è delle famiglie. Dialogo sempre e comunque, entro però limiti e confini, per aiutare i ragazzi di oggi a maturare la libertà nella responsabilità.
Sapendo di questo ruolo, si capisce come la scuola è e dovrebbe essere la prima preoccupazione del mondo politico, oltre i soliti slogan.
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