Il Miur conferma la linea della tolleranza zero sul crescente numero di episodi di aggressioni verso gli insegnanti: a dirlo è stato direttamente il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.
La promessa: ci costituiremo sempre parte civile
Parlando a Radio Padania, il titolare del Miur ha detto che “gli episodi di bullismo, cyberbullismo e violenza contro i docenti sono presenti purtroppo nelle scuole italiane. Per le violenze contro i docenti ci costituiremo sempre parte civile in eventuali processi”.
Bussetti ha aggiunto che “anche per questo abbiamo pensato che l’educazione civica, per troppi anni lasciata nel dimenticatoio, vada nuovamente inserita tra le materie scolastiche”.
In nostro appello
Le intenzioni espresse dal ministro dell’Istruzione, sembrano raccogliere l’appello lanciato nei giorni scorsi dalla Tecnica della Scuola, che ha ricordato: “I docenti sono pubblici ufficiali che esercitano una funzione importantissima e devono godere di una adeguata protezione da parte del Ministero”.
Bisognerebbe introdurre, aveva scritto ancora la nostra testata, “nel codice penale una norma specifica finalizzata a sanzionare comportamenti aggressivi nei loro confronti. Con la clausola che tali comportamenti risultino perseguibili d’ufficio: questo vorrebbe dire che in caso di aggressione il docente segnala il fatto al dirigente scolastico il quale spetterebbe semplicemente il compito di trasmettere la segnalazione alla autorità giudiziaria”.
Cosa significa “costituirsi parte civile”
La norma non è cambiata. Però, almeno, c’è la promessa del responsabile del ministero dell’Istruzione di non lasciare più soli i docenti.
Costituendosi parte civile, il Miur, infatti, permetterebbe ai docenti aggrediti di chiedere – necessariamente all’inizio dell’iter in tribunale penale – il risarcimento dei danni (morali e materiali) subiti in conseguenza del reato, ritrovandosi difesi, per questo versante, dall’avvocato spesato dallo stesso dicastero dell’Istruzione.