Le violenze verso gli insegnanti e il personale scolastico non stanno imperversando solo in Italia. Anche in Francia, negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un’escalation di aggressioni: una pistola puntata alla tempia di una insegnante, anche se poi si è rivelata un’arma giocattolo, un docente picchiato da un genitore, i continui episodi di violenza all’interno e all’esterno degli istituti.
Una quarantina di presidi della banlieue parigina, hanno così pensato bene di passare alle contromisure contro questo andare, avviando una formazione “militare” organizzata in stage su un terreno militare a Beynes, non lontano da Versailles.
“In fila per due – scrive l’Ansa – cantano e marciano in mimetica, si danno del tu e si preparano a ogni evenienza: aggressioni di allievi o genitori, violenze, racket, attentati”.
Si impegnano a fondo nella corsa, nel percorso a ostacoli, nell’esercizio di restare uniti di fronte a un imprevisto o a un pericolo simulato.
Come nelle scuole di sopravvivenza, si superano i fili spinati, i ponti di legno, le pozzanghere e si continua agli ordini di istruttori che gridano e li incitano con il fischietto in bocca a “lasciar da parte ogni confort”.
Il progetto è stato battezzato “gestione di crisi”. La formazione “particolare” è stata voluta del provveditorato agli Studi: è la prima iniziativa del suo genere in Francia, dove una dura polemica ha fatto seguito, giorni fa, alla nomina di un gendarme come vicepreside di una scuola.
I presidi e direttori di istituto impegnati nello stage in caserma sono di tutte le età, donne e uomini, volontari.
Ora la domanda che molti si porranno è la seguente: in Italia questo modello di formazione “militare”, a favore dei dirigenti scolastici, sarebbe possibile?
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