È un fenomeno che esiste in tutta Italia da Belluno fino a Trapani, l’evidente stato di stress dei docenti italiani e l’aumento notevole di contenzioso tra alcuni docenti e i dirigenti scolastici. Tale contenzioso a volte si determina con aperture, sempre più diffuse, di procedimenti disciplinari. Anche senza procedimento disciplinare scatta, a volte, una forma di contenzioso verbale e di contestazioni plurime che sfociano comunque in una conflittualità stressante.
Anche se all’art.28 del d.lgs. 81/2008 è prevista la prevenzione e il monitoraggio dello stress da lavoro correlato per la tutela della salute dei docenti, molti dirigenti scolastici non tengono per nulla in conto di questo problema e a volte contribuiscono, con il loro agire amministrativo, ad aumentare i rischi di tale stress nei docenti. La legge sulla sicurezza dei lavoratori quindi esplicita come tra i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ci siano anche quelli legati allo Stress Lavoro Correlato e non solo quelli di natura meramente fisica. C’è da osservare che nei corsi di formazione obbligatoria sulla sicurezza, si trattano numerosi tipi di rischio (chimico, biologico, incendio, sismico…), ma spesso vengono dimenticati o derubricati i rischi psicosociali, quelli legati allo stress da lavoro correlato. La grande responsabilità dell’insegnante, lo stress di gestione di classi, a volte popolate da studenti difficili e violenti, i carichi di lavoro, le basse retribuzioni e la scarsa considerazione sociale, fanno della categoria docenti un settore a grosso rischio stress da lavoro correlato. Inoltre quando a questo stress psicologico si aggiunge la conflittualità con il dirigente scolastico e con lo staff di direzione, il problema si aggrava notevolmente.
Non sono poche le segnalazioni di casi in cui vengono denunciate situazioni di tensioni tra i dirigenti scolastici e i docenti. Non più casi sporadici, ma problematiche diffuse in tutta Italia e che ripropongono le stesse dinamiche e le stesse problematiche. Ultimamente abbiamo seguito il caso, degenerato in contenzioso disciplinare e penale, in una scuola primaria della provincia di Asti, con gravi conseguenze per le sorti di un maestro. Il caso piemontese nasce da lontano, sin dal 2021, quando per contrasti di natura didattica e pedagogica le strade dell’insegnante e del dirigente scolastico si sono profondamente divise, con il conseguente iter disciplinare e non solo. Un altro caso che ha preso nel 2021 la strada della sanzione disciplinare ed è sfociata adesso sul piano penale, viene dalla Puglia, dove una povera insegnante è stata costretta a subire due contestazioni di addebiti archiviate entrambe e poi è stata addirittura querelata dalla sua dirigente scolastica, ma anche in questo caso le accuse sono state archiviate dalla Procura di Bari.
Problematiche dello stesso tenore le vivono numerosi docenti di Empoli, costretti in massa a fare domanda di trasferimento, ma anche in Val di Susa, a sentire i sindacati della zona, in una scuola c’è un clima di cattive relazioni tra dirigente scolastica e alcuni docenti. Anche in val di Susa si è utilizzato, contro un docente, l’azione disciplinare e comunque il problema sembra, anche in questo caso, spostarsi nelle aule di Tribunale.
Il caso dell’Istituto di Istruzione Superiore Majorana di Bari è esemplificativo del fatto che le relazioni tra dirigenti scolastici e docenti sono di fondamentale importanza. Se nel caso della scuola di Bari ci fossero state delle buone relazioni tra la ds e il docente, probabilmente il caso non sarebbe arrivato all’interesse della stampa nazionale. Ecco cosa scrive “La Repubblica” del 12 ottobre 2022 sul caso di un docente picchiato dal genitore di una studentessa quattordicenne: “gravi sono anche le dichiarazioni della preside del Majorana che ha gettato pubblicamente sospetti su possibili comportamenti poco consoni del docente nei confronti di alcune allieve. Stando a quanto emerso finora, in realtà, le accuse rivolte al prof di diritto potrebbero essere state costruite ad arte dalla studentessa redarguita e da alcune compagne, per giustificare il successivo intervento violento. In merito alcune testimoni sono state già ascoltate dalla Polizia, ma presto saranno sentite anche dal magistrato con l’ausilio degli psicologi”. Questo è un caso evidente di mancanza di corrette relazioni tra la dirigente scolastica e il docente.
Il caso della docente romana buttata a terra da alcuni alunni per riprenderla in video e fare girare nelle chat il divertente tonfo della prof.ssa. Sembra ci fosse un gioco dal titolo:”Butta a terra la prof.ssa senza conseguenze disciplinari”. Anche in questo caso, finito nella cronaca delle trasmissioni Rai di intrattenimento, il dirigente scolastico sospende dall’insegnamento la prof.ssa e non punisce gli studenti.
Se il dirigente scolastico riuscisse ad intessere buone relazioni con tutto il personale della scuola che dirige, e soprattutto con le rappresentanze sindacali, allora insegnanti e personale scolastico si sentirebbero più rassicurati e anche più tutelati. Le buone ed equilibrate “relazioni”, nell’accezione più ampia del suo significato, e la massima condivisione delle scelte operative, garantiscono, indubbiamente, uguaglianza di trattamento e dignità professionale per tutti i lavoratori. Il Dirigente scolastico, in seno al Collegio dei docenti, deve sapere agire con autorevolezza senza mai sfociare in forme di autoritarismo o addirittura nel abuso di potere. La capacità delle relazioni è valore distintivo del ruolo del Dirigente scolastico.
Purtroppo non sempre é così, infatti la realtà quotidiana vissuta in alcune scuole, ci mostra un’altra faccia, che è quella delle pessime relazioni tra dirigenza scolastica e sindacati, e spesso i docenti, che sono in aperto dissenso con il Ds, pagano in prima persona. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita esponenziale del contenzioso e dei provvedimenti disciplinari avviati dai Ds nei confronti di alcuni docenti.
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