Chi oggi decide di fare l’insegnante non è proprio fortunato: troppi fattori gli “giocano” contro. E anche chi è di ruolo ha poco da sorridere.
Al turn over ridotto ai minimi termini, per via dell’età di pensionamento portata progressivamente sempre più vicino ai 70 anni, e al reclutamento sempre più selettivo (vedere l’ultimo concorso a cattedra) e lungo (vedere il nuovo reclutamento che per gli idonei alla cattedra prevede una formazione pre-ruolo lunga tre anni), si aggiunge ora un’altra brutta tegola: il numero degli alunni in continuo calo.
Il risultato di questi fattori incrociati o sovrapposti, è che non solo si produrranno probabili tagli agli organici, con meno posti disponibili per le nuove leve di docenti, ma diventerà pure molto più facile di oggi perdere la titolarità.
Secondo Repubblica “quello del decremento progressivo di scolari e studenti” è un processo che “appare ormai inarrestabile e con cui dovranno fare i conti al ministero dell’Istruzione”.
I dati, purtroppo, sono ufficiali e provengono dal Miur. “Nel 2015/2016 – scrive il quotidiano romano – il Miur certificò un calo della popolazione scolastica di quasi 20mila unità. L’anno successivo – il 2016/2017 i vuoti ammontarono a 46mila unità e il prossimo anno a 33mila. Quasi 100mila alunni in meno, come se fosse sparita di botto l’intera dotazione di alunni di Molise e Basilicata”.
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Anche il futuro si prospetta con questa tendenza. “Secondo l’Istituto nazionale di statistica, i prossimi anni saranno contrassegnati da ulteriori contrazioni della popolazione scolastica italiana”.
A ben vedere, inoltre, la novità non sta nella riduzione di nascita tra la popolazione italiana, ormai appurata da tempo. “Il calo della popolazione scolastica italiana è dovuto all’interruzione della crescita degli alunni stranieri nelle classi italiane”: anche su questo fronte, “nei prossimi anni è previsto anche un calo”.
I numeri negativi delle iscrizioni scolastiche sono davvero considerevoli: “Partendo dalle previsioni Istat della popolazione residente in età scolare (3-18 anni), fra cinque anni il calo degli alunni potrebbe attestarsi sulle 361mila unità e fra 10 anni sulle 774mila unità”.
Veniamo ora alle conseguenze. Sulle quale sempre Repubblica fa un accenno: siamo dinanzi ad un “tracollo che renderebbe difficile il turnover complicato dalla legge Fornero, che ha introdotto il doppio paletto per lasciare la cattedra (età e periodo contributivo) e dall’innalzamento progressivo dell’età pensionabile, argomento in questi giorni al centro del dibattito politico-sindacale”.
“Per “piccoli decrementi”, finora, viale Trastevere si è limitato a confermare gli organici degli anni precedenti, utili a diminuire anche il numero degli alunni per classe. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare”.
La conclusione è ovvia: la forte riduzione degli alunni “determinerà quasi certamente un taglio degli organici con tantissimi esuberi. Una prospettiva che renderebbe oltremodo complesso assumere nuovi docenti: sia dalle graduatorie dei precari, sia dai concorsi”. Appunto.
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