Nulla di nuovo sotto il sole: dai tempi della Moratti, Gelmini e Giannini, tutti i ministri messi all’uopo al dicastero dell’Istruzione si affannano a parlare di “merito” con un unico scopo: negare a tutti i Docenti l’adeguamento delle retribuzioni all’arduo e delicatissimo compito che svolgono e al costo della vita.
Vogliamo finirla di dar credito a queste comode scuse per evitare di pagare il dovuto a questa negletta e bistrattata categoria?
E’ facile battere sul tasto del merito per giustificare l’insolvenza di certi obblighi nei nostri confronti. In questo modo raggiungono due obiettivi: il primo è di non pagare somme notevoli rispetto a quelle che si potrebbero elargire solo a pochi fortunati ( altro che meritevoli!), il secondo è più subdolo e offensivo e consiste nel far credere che la maggioranza dei docenti non merita nulla e, quindi che muoiano di fame è del tutto giustificabile.
Siamo indignati per questa continua offesa alla nostra dignità e professionalità celata sotto le spoglie giustizialiste dell’attribuire le solite briciole ai soliti 4 gatti nelle grazie dei dirigenti e non certo per meriti professionali! Spogliamo dall’ipocrisia questa comoda scusa che serve solo a gettare nel panico i docenti che compiono eroicamente il proprio lavoro e vedono, in prospettiva, arrivare anche lo spauracchio della censura degli “immeritevoli”, stratagemma finissimo per dividere una categoria già non molto unita e consapevole, ma che rischia di svegliarsi da un momento all’altro.
Vogliamo risparmiare fondi da destinare ad un minimo adeguamento dei nostri stipendi? Tagliamo tutti quei Progetti, spesso inutili, e sempre destinati ai “soliti privilegiati” ( utilissima prova, insieme al pagamento alle Funzioni Strumentali, dell’ “astuta” strategia del “divide et impera”).
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