Docenti, bistrattati ma attaccati alla professione: l’85% orgoglioso di stare in cattedra
Sono preoccupati per il futuro, hanno strutture e mezzi inadeguati, le paghe troppo basse, uno scarso riconoscimento sociale e la difficoltà di lavorare: eppure l’85% dei docenti italiani si sente orgoglioso e soddisfatto di stare dietro la cattedra. Il dato, proveniente da un’ampia indagine realizzata dall’istituto di ricerche Swg, per conto della Cisl, verrà discusso il 10 dicembre a Roma, all’interno del Palazzetto delle Carte Geografiche, durante il convegno `Energie per il domani. La scuola italiana: valori e consapevolezza a servizio dei giovani e del Paese’.
Durante il convegno sono previsti gli interventi di Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, Giuseppe De Rita, sociologo e segretario generale Censis, Pier Luigi Celli, direttore generale dell’università ‘Luiss- Guido Carli’ di Roma. Le conclusioni saranno affidate al segretario generale Raffaele Bonanni. “Forti, consapevoli e sicuri di sé e delle proprie capacità – si legge in una anticipazione del sindacato – gli insegnanti non temono i giudizi, anzi auspicano l’introduzione di sistemi di valutazione oggettivi e premianti per chi davvero lo merita”. Una affermazione, quindi, che confermerebbe, indirettamente, anche l’apertura dell’organizzazione di via Bargoni verso il sistema di aumenti legati anche alla premialità, su cui il Miur ha appena avviato una sperimentazione in quattro province.
A livello di didattica, la Cisl sostiene che come avveniva in passato “gli insegnanti sono felici di potersi rapportare alle nuove generazioni: la professione di insegnante rappresenta l’occasione per toccare le corde più intime dei giovani, per contribuire in qualche modo alla loro crescita, per far parte del loro percorso di formazione culturale ed umana”.
“Quella degli insegnanti – ha continuato il sindacato – appare come un’immagine per certi versi inaspettata che esprime tutte le potenzialità di un gruppo socio-professionale che, incompreso, trattiene energie e con difficoltà riesce a proiettarsi nel domani”. Malgrado i provvedimenti penalizzanti degli ultimi anni, tra cui quello avvilente dei forti tagli agli organici, la Cisl ha riscontrato che “i docenti non mollano, anzi testimoniano, più di altre categorie professionali, un forte senso di appartenenza, una fiducia di fondo che nonostante tutto non se ne va”.