Quando i genitori braccano gli insegnanti, pretendendo voti o atteggiamenti diversi nei confronti dei figli, anche aggredendoli, è bene che i docenti non si sentano mai soli: le scuole li devono supportare nel loro operato. A dirlo è stato il nostro direttore, Alessandro Giuliani, nel corso della trasmissione “L’angolo del direttore”, andata in onda il 2 luglio sull’emittente Radio Cusano.
“Quasi sempre – ha detto – ogni insegnante ha il suo bel da fare con almeno un paio di famiglie bellicose per classe, pronte ad ogni occasione a contestare voti, sanzioni e decisioni. Ebbene, le scuole debbono fare quadrato attorno al docente, attraverso i dirigenti scolastici, gli uffici territoriali e regionali, anche lo stesso Miur: se il docente si sente solo, sentendosi con le spalle al muro perchè pressato dalle famiglie che protestano e li aggrediscono, allora può diventare arrendevole”.
“Ma cedere alle richieste dei genitori, accontentandoli – ha sottolineato Giuliani – rappresenterebbe la fine della scuola: allora, sarebbe meglio assegnare tutti sei politici e addio alla valutazione individuale”.
Nel corso della trasmissione, si è anche parlato dell’intervista concessa dal neo ministro dell’Istruzione a Libero: “Bussetti – ha detto Giuliani – si conferma una persona molto cauta, fautore di una politica senza strappi, con tutte le modifiche normative da attuare con estrema prudenza. Ha fatto pensare, il suo fare, alla politica di un decennio fa, condotta dall’allora ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni, che si muoveva attraverso la politica del “cacciavite”.
“È un modo di condurre il Miur molto diverso da come lo avevano prospettato Lega e M5S in campagna elettorale e nel programma di governo. La vera novità è, piuttosto, il suo volere incontrare da vicino i docenti e gli studenti: un modo di fare che non è stato adottato dagli ultimi due governi, visto anche come è andata a finire”.
Sulle pensioni, Giuliani, conferma l’intenzione del governo di “introdurre Quota 100 con dei paletti: in queste settimane, il Mef deciderà le soglie d’accesso, ma se si confermano i 64 anni di età minima. E questa si rivelerebbe per 150mila docenti e Ata una vera beffa, perché la maggior parte non ne usufruirebbe”.
“Per quanto riguarda la 14esima, in pagamento ai pensionati con oltre 65 anni e meno di mille euro lordi al mese, estenderla al personale della scuola, che non ne ha mai usufruito, rappresenterebbe quel segnale forte che si aspettano i lavoratori della scuola: a fine carriera – ha ricordato il nostro direttore – un docente europeo percepisce trai 5mila e i 9mila euro in più rispetto ad un collega italiano, quindi il gap da coprire rimane molto alto e gli aumenti di pochi giorni fa non hanno cambiato la sostanza”.
Durante la puntata, si è quindi parlato di assunzioni regionali, così come previsto dal senatore leghista Mario Pittoni, presidente commissione Cultura al Senato: “in questi giorni – ha replicato Giuliani – si sta verificando probabilmente se ci sono profili di incostituzionalità nel provvedimento, perché stiamo parlando di un concorso nazionale che introduce vincoli d’accesso localistici: per partecipare al concorso occorrerebbe possedere, almeno secondo la Lega, il domicilio professionale nella regione”.
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