Si susseguono i casi di docenti aggrediti da alunni o genitori. Una situazione ormai fuori controllo. Cosa fare, dunque, per restituire dignità sociale all’insegnante? A Huffington Post, parla Lamberto Maffei, presidente dell’Accademia dei Lincei, oggi della Fondazione “I Lincei per la scuola”, che insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca hanno promosso il corso “Cultura e creatività digitale”.
“È dagli insegnanti che la scuola deve ripartire, purtroppo gli è stata tolta la dignità sociale, la loro voce è poco ascoltata, come se fossero cittadini di serie B. Devono fare i conti con risorse sempre più esigue, d’altra parte i fondi non vengono dati alla parte che guarda al futuro del Paese”.
Niente cellulari a scuola
“Io sono per la scuola della parola, del pensiero. Il telefonino in classe è un elemento di distrazione, mi sembra poco didattico. Sulla questione io e la ministra ci siamo confrontati, la sua mi sembra una visione ottimistica. Però sull’attaccamento dei giovani ai dispositivi vorrei aggiungere un’altra considerazione. Anche persone anziane e conservatrici, come possiamo essere io e i soci lincei, non possono chiudere gli occhi davanti alla realtà. Come non si possono chiudere gli occhi davanti alla necessità e all’efficacia dei vaccini. È proprio andare contro la ragione. ‘È la scienza, bellezza’, verrebbe da dire rifacendosi alla celebre espressione di Bogart sulla stampa”.
Insegnanti cittadini di Serie B
“La loro voce è poco ascoltata, come fossero cittadini di serie B. Devono fare i conti con risorse sempre più esigue, d’altra parte i fondi non vengono dati alla parte che guarda al futuro del Paese. Quando si incontrano gli insegnanti c’è sempre da imparare. Ogni giorno hanno la possibilità di dirigere l’interesse dei ragazzi verso entusiasmo e creatività”.