Il ministro della Funzione pubblica Franco Frattini, non ha accolto le richieste del ministro dell’istruzione Letizia Moratti, circa la separazione dei docenti e degli Ata, che rimarranno ancora in un unico comparto. Fermo restando la separazione delle relative discipline. Dunque, sono state totalmente disattese le aspettative della vigilia, che davano per imminente la separazione dei tavoli negoziali tra docenti ed Ata, così come aveva preannunciato il ministro dell’istruzione Letizia Moratti.
Nulla di fatto anche per le "retribuzioni europee" dei docenti, che continueranno ad essere assolutamente "italiane". L’aumento medio, lordo, previsto per la prossima tornata contrattuale, infatti, a 108 euro, a regime. Insomma, 200mila lire lorde, distribuite gradualmente in 2 anni.
Al momento non è dato sapere quali siano stati i motivi del dietrofront del governo. In ogni caso, è probabile che tale decisione sia stata frutto della considerazione, che il governo non avrebbe potuto istituire la contrattazione separata senza infrangere gli accordi di novembre, stipulati con le confederazioni. Accordi che prevedono il mantenimento dell’attuale disciplina delle materie contrattuali. I sindacati confederali, infatti, avevano manifestato, fin dal primo momento, la loro palese ostilità alla separazione dei tavoli negoziali. E dunque, l’istituzione del comparto dei docenti avrebbe potuto essere attuato solo con un intervento legislativo.
Una buona notizia, invece, per i lavoratori dei conservatori e delle accademie. La direttiva di Frattini dispone, infatti, la costituzione del comparto degli istituti di alta cultura. Un atto che si attendeva, ormai, dal dicembre del 1999.
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