Com’è noto, in questi giorni i DS, responsabili delle scuole capofila, hanno cominciato a riavviare la macchina della “formazione in servizio” , prevista dal comma 124, art. 1 della legge 107/2015, che finirà per coinvolgere, volenti o nolenti, diverse migliaia di docenti per ciascun Ambito Territoriale.
In attesa di specifiche e chiarimenti che potrebbero arrivare con il nuovo CCNL in fase di concertazione, ma che potranno avere applicazione solo dal prossimo anno scolastico, per il momento rimangono inalterati i tanti dubbi che hanno contraddistinto ed accompagnato l’analoga attività svolta nell’a.s. 2016/2017.
In particolare, i miei e quelli dei molti colleghi con cui mi confronto giornalmente, in qualità di RSU, si possono sintetizzare in quanto segue:
a) la formazione, oltre ad essere obbligatoria, prevede un numero minimo di ore annuali alle quali bisogna necessariamente partecipare?
b) la formazione è da considerarsi, a tutti gli effetti, “attività funzionale all’insegnamento” ai sensi dell’art. 29 dell’attuale CCNL e, quindi essere compresa e contenuta nelle 40 ore previste dal contratto per queste ed altre attività?
c) se, come sembra indicare la norma, la formazione è da considerarsi “in servizio”, allora durante lo svolgimento della stessa, per i docenti partecipanti valgono tutte le consuete disposizioni in merito alla tutela dei lavoratori nell’ambito delle loro funzioni e, ancora, sono valide le coperture assicurative professionali durante lo svolgimento delle attività e nel consueto tragitto di andata e ritorno dal luogo delle riunioni?
d) per raggiungere la propria sede di formazione, considerati l’ubicazione e gli orari tardo pomeridiani in cui si svolgono gli incontri, i docenti sono implicitamente autorizzati ad utilizzare il “mezzo proprio” o è meglio che ciascuno si tuteli presentendo una propria espressa richiesta al direttore/responsabile del corso?
e) l’attività di formazione, di solito, per essere riconosciuta e certificata, ha bisogno di un numero minimo di ore di effettiva presenza. Ma se essa coincide con eventuali altre attività previste nel Piano Annuale della propria scuola, come ci si regola? A cosa bisogna dare priorità?
Sicuramente altri colleghi avranno ulteriori dubbi e perplessità che, auspico, vengano palesati e sottoposti all’attenzione dei Dirigenti Scolastici e degli Organi Collegiali di ciascuna scuola, nonchè delle associazioni Sindacali di Categoria che, salva qualche eccezione, sembrano ignorare o sottovalutare la portata e l’importanza della questione, nell’ottica e nella speranza che si possa formalizzare una richiesta di chiarimenti nei confronti della Direzione Regionale, delle Cabine di regia e dei Direttori Responsabili dei corsi di formazione, prima dell’avvio degli stessi.
Luigi Belcamino
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…