I lettori ci scrivono

Docenti della scuola secondaria in ruolo con riserva, quale soluzione?

Siamo un numeroso gruppo di docenti della scuola secondaria in ruolo con riserva che con la presente mail intendono esprimere il senso di notevole disagio e di profonda amarezza che provano in questi giorni durante i quali si stanno concretizzando le nuove immissioni in ruolo da graduatorie relative al concorso 2016 (Infanzia, Primaria, Secondaria), concorso straordinario 2018 (Secondaria primo e secondo grado), concorso straordinario per la Scuola dell’infanzia e Primaria 2018 e da GaE.

Ci siamo permessi di scriverVi perché sappiamo bene quanto siate attenti e sensibili alla didattica per gli alunni, che si costruisce con pazienza, naturalmente con professionalità e competenza, creando rapporti di reciproca fiducia, di “affidamento” giorno dopo giorno, mese dopo mese, e non può certo nascere quando la continuità viene bruscamente interrotta per applicare non si sa bene quali norme nebulose.

In questi giorni purtroppo, in varie regioni d’Italia si sono verificate delle situazioni che creeranno enormi disagi agli alunni, alle famiglie, ai nostri Dirigenti, alle nostre scuole, con l’inizio del nuovo anno scolastico.

Siamo docenti abilitati che nel 2017 hanno accettato il ruolo con riserva, firmato un contratto con il dirigente della sede scelta, espletato l’anno di formazione e prova davanti al comitato di valutazione, accompagnato nella crescita i nostri alunni con entusiasmo creando team di lavoro con colleghi e dirigente, sempre alla ricerca di pratiche nuove, di didattiche innovative, per una scuola inclusiva aperta ad ogni esigenza. Insieme ad altri colleghi, per esempio, abbiamo sviluppato il progetto STEAM per approfondire le discipline scientifiche con laboratori di robotica, finanza, astronomia, progettazione architettonica.

Nel 2018 e 2019 abbiamo sostenuto e superato il concorso DM 631/2018 ed in questi giorni alcuni di noi sono stati convocati per scegliere la sede. I dirigenti di chi è stato convocato, hanno contattato i vari uffici scolastici regionali per chiedere che potessimo scegliere la sede su cui stiamo già lavorando da diversi anni mediante l’utilizzo come stanno facendo in alcune regioni o in alcune province di una stessa regione ma purtroppo nessuno ha tenuto conto delle loro richieste.

Tutto questo è successo perché, come spesso accade in Italia, la lettura delle varie normative viene lasciata alla libera interpretazione dei soggetti deputati a decidere e, conseguentemente, nel caso in esame, sembrano verificarsi conclusioni diverse da provincia a provincia e da regione a regione pur se riferite a situazioni analoghe.

In particolare, ci riferiamo alla posizione di migliaia di docenti che attualmente occupano un posto in ruolo con riserva in attesa di una sentenza; per essi, sembra che i diversi Provveditorati interpretino e applichino le disposizioni in modo differente.

Al fine di prendere coscienza di ciò che si sta effettivamente verificando, abbiamo esaminato l’Ipotesi di CCNI Integrativo firmato dalle Organizzazioni Sindacali in data 12 luglio 2019 e siamo rimasti inorriditi dal constatare che quanto sottoscritto riguardi unicamente “il Personale Docente cd i Diplomati Magistrali” individuati dall’art. 1 quali “UNICI DESTINATARI” delle disposizioni contenute nel predetto Contratto. Ciò è palesemente in contrasto con quanto indicato nel titolo e nelle premesse, poiché in essi si recita “Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo per l’anno scolastico 2019/20 riguardante gli utilizzi del personale docente immesso in ruolo entro l’anno scolastico 2018/19 a seguito di inserimento con riserva in GaE”.

Diversamente da quanto contenuto nel titolo, nel citato art. 1 viene stabilito che solo i diplomati magistrali abbiano facoltà di chiedere di essere utilizzati, per continuità didattica, sulla scuola e sul medesimo posto occupato nell’anno scolastico precedente.

Orbene tale differenza di trattamento non è giustificabile né, tanto meno, legittima.

Rimaniamo sorpresi dal fatto che tutti i sottoscrittori non abbiano considerato quanto indicato nel titolo e nelle premesse e abbiano invece firmato un contratto che determini diritti solo per alcuni e non per tutti coloro che si trovino nella medesima condizione.

Ci chiediamo quindi se quanto sopra esposto discenda da una specifica “scelta politica” di escludere migliaia di docenti, oppure dall’approssimazione nel valutare i concreti effetti di quanto sottoscritto?

Infatti il risultato di tutto ciò è che alcuni di noi sono stati costretti a scegliere un’altra scuola e le nostre cattedre dal 1 settembre saranno messe  a disposizione dei supplenti di terza fascia e tutto il lavoro fatto in questi anni andrà vanificato e i vari progetti come lo STEAM interrotto e la continuità didattica resterà solo una bella parola.

Ma i nostri alunni non hanno bisogno di belle parole ma di fatti concreti che si ottengono applicando solo un po’ di buon senso, in questo caso.

La nostra situazione è effettivamente anomala, frutto di decisioni politiche rinviate e mai prese, ma non ci sembra giusto che siano proprio i nostri alunni a pagare la mancanza di coraggio di fare delle scelte che nascono solo dal mettere in atto il buon senso; Vi diciamo questo perché in questi giorni i funzionari dei vari uffici scolastici concordavano tutti con noi nel definire questa situazione “ASSURDA” ma ammettevano di “non poter fare nulla”.

MA SIAMO COSI’ SICURI CHE NON SI POSSA FAR NULLA?

Dipende dalle priorità che ci diamo: se per noi la continuità didattica è un valore ci dobbiamo battere per mantenerla e perseguirla magari anche superando norme fatte male (vedasi utilizzo solo per i diplomati magistrali), miopi e nebulose.

Riteniamo indispensabile e doveroso che le Organizzazioni Sindacali firmatarie del contratto, rappresentanti dei lavoratori, motivino adeguatamente la scelta effettuata – se trattasi di scelta – ovvero si attivino immediatamente per ripristinare la tutela dei diritti e l’uguaglianza di tutti i docenti che hanno la stessa situazione lavorativa.

Personalmente, ci auguriamo che ciò sia frutto di una mera “svista”- seppur grave e non giustificabile – piuttosto di credere che sia un vero atto volontario poiché, in tale ultima fattispecie, considereremo l’atteggiamento assunto del tutto criticabile e discriminatorio, tanto da farci dubitare delle stesse funzioni e degli scopi istituzionali delle sigle sindacali.

Restiamo in attesa di una Vostra cortese risposta nonché di un’immediata azione a tutela dei diritti di tutti i docenti che si trovano nella situazione rappresentata.

 

I Docenti della Scuola Secondaria in ruolo con riserva

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