Finisce sui banchi del Parlamento l’episodio della docente della scuola Viola Marchesini di Rovigo colpita al volto alcune settimane fa, mentre faceva lezione, da due pallini di gomma di una pistola ad aria compressa azionata da un alunno. Dopo il fatto, la scuola e la docente, portata al pronto soccorso, si rivolsero alla polizia.
“La docente di Rovigo che ha denunciato i suoi alunni per gli spari in classe è un esempio altamente positivo”, ha commentato il 13 gennaio Alfredo Antoniozzi vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera.
Il parlamentare sostiene che è ora di finirla con il “lassismo nei confronti di studenti che vanno oltre qualsiasi limite non percependo mai il senso della sanzione”.
Antoniozzi non ha dubbi: “I ragazzi che aggrediscono docenti, bullizzano o addirittura arrivano a fare quello che è successo a Rovigo devono conoscere la punizione riabilitativa anche e soprattutto nel loro interesse”.
Circa un mese fa, il numero uno del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha detto che “servono forme diverse di sanzioni nei confronti di quegli studenti che non hanno capacità di rispettare le regole”.
“Una cosa che mi è sempre parsa molto utile, sono i lavori socialmente utili”, ha tenuto a dire il responsabile del dicastro bianco.
“Il ministro Valditara sta agendo in questa direzione inserendo regole, che sono necessarie affinché la scuola sia centro educativo e i docenti abbiano il rispetto che meritano”, ha commentato positivamente il vice capogruppo di FdI alla Camera: una posizione che fa crescere le possibilità di approvazione della legge che permetterebbe direttamente alle scuole di sanzionare con i lavori socialmente gli studenti che si “macchiano” di azioni gravi, quindi per periodi superiori ai 15 giorni.
Una eventualità che non dispiacerebbe nemmeno alla maggior parte dei presidi, come detto da Antonello Giannelli, a capo dell’Anp, direttamente alla Tecnica della Scuola.
“Quando la scuola punisce lo studente per un’infrazione – ci ha detto Giannelli – se la sanzione è fino a 15 giorni la scuola è obbligata, non è una scelta, ad offrire alla famiglia di convertire la sanzione in attività utili alla comunità scolastica. Io l’ho fatto diverse volte: aiutare i collaboratori scolastici a fare pulizie, a sistemare la biblioteca. Per le infrazioni più gravi, invece, non si può fare: se il ministro intende la possibilità di modificare il regolamento ne possiamo parlare, non capisco le polemiche”.
Tornando al fatto di Rovigo, il gesto compiuto da un alunno è sembrato premeditato. Non solo: alcuni alunni hanno ripreso con la videocamera dello smartphone il momento dello sparo dei gommini che hanno raggiunto la docente, con tanto di atteggiamenti di derisione su quanto stava accadendo.
La dirigente dell’istituto, oltre ai provvedimenti disciplinari verso i ragazzi, ha avvertito la Polizia e convocato i genitori.
La direzione scolastica ha quindi optato per una sanzione e l’obbligo di formazione di una giornata di educazione civica per tutta la classe, con l’aggiunta di un incontro con la psicologa: una strategia, quella della consapevolezza, che risulta inevitabile in determinati contesti formativi dove c’è tanta ostinazione da parte degli studenti.
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