Si torna a parlare di una norma di legge che introduce dei docenti di educazione fisica nella scuola primaria, al posto dei progetti estemporanei, quasi sempre a pagamento delle famiglie, che si continuano a svolgere: stavolta il tentativo è del Movimento 5 Stelle, che ha depositato degli emendamenti al Senato al disegno di legge 992, delegando al Governo la possibilità di svolgere la materia di insegnamento curricolare dell’educazione motoria nella scuola primaria.
Con questa iniziativa “abbiamo tracciato la strada” ha detto il deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura, Simone Valente.
Secondo il senatore pentastellato “è il momento di lasciarsi alle spalle anni di sperimentazioni, di progetti e di tutor che, seppure importanti, non sono più sostenibili né al passo con i tempi. Prevedere l’inserimento di docenti di educazione fisica di ruolo rappresenta una svolta cruciale, netta, dopo 50 anni di battaglie”.
Valente ritiene che si è ormai raggiunta una “consapevolezza della centralità di questa figura per la formazione delle nuove generazioni, anche in chiave di prevenzione di obesità e altre malattie legate alla scarsa attività motoria”.
“Sono convinto – conclude il grillino promotore del ddl – che maggioranza e opposizione, dialogando e aprendosi al confronto, possano convergere per rendere reale questa proposta”.
Già nel corso del precedente Governo è stata avviata la discussione di una proposta di legge per introdurre, in tutte le scuole primarie, l’insegnamento dell’educazione motoria affidata a docenti specializzati: “è una misura – aveva detto l’allora sottosegretario Salvatore Giuliano – che personalmente ritengo molto utile per far apprendere ai bambini modelli positivi e sani attraverso esperienze anche divertenti, che trasmettano, inoltre, il valore dello sport”.
Nel 2013 era stata l’ex campionessa di canoa, nel ruolo di ministro per le Pari opportunità e per lo Sport, Josefa Idem, a dire che le scuole italiane necessitano della “presenza di laureati in scienze motorie”. Ad iniziare dalla scuola primaria, dove l’attività motoria continua ad essere affidata alle maestre non specializzate.
In quell’occasione facemmo quattro conti. A fronte delle 132.193 classi di primaria sparse in tutta Italia, considerando che l’attività motoria con il docente specialista dovrebbe continuare a prevedere due ore a settimana d’insegnamento, sarebbero circa 11mila gli insegnanti che occorrerebbero.
Calcolando che lo stipendio annuale iniziale, comprensivo di oneri fiscali e previdenziali, si aggira sui 23 mila euro annui, l’impegno economico per lo Stato sarebbe di almeno 250 milioni di euro. Una cifra che nessuno dei governi che si sono susseguiti negli ultimi sette anni ha saputo o voluto reperire.
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