C’è molta attesa nelle scuole primarie per l’entrata in vigore, dal prossimo settembre, della legge sulla introduzione della figura di docenti specializzati in educazione motoria.
In una prima fase entreranno nelle scuole poco più di 2.200 docenti che lavoreranno nelle classi quinte.
Poi nel 2023/24 ne saranno assunti altrettanti in modo da estendere le attività anche alle classi quarti.
Il progetto prevede che a partire dal 2026/27 in tutte le classi di primaria, dalla prima alla quinta, le attività di educazione motoria vengano affidate a insegnanti specializzati che a cui verrà applicato lo stesso contratto di lavoro dei docenti di scuola primaria, e cioè 22 ore di lezione e 2 di programmazione settimanale.
A settembre 2022, intanto, entreranno in servizio i primi 2200 insegnanti e cioè un docente per due istituti comprensivi (o circoli didattici dove ancora esistono) in media.
Nel descrivere la novità molti hanno parlato di un docente per ogni scuola, ma i numeri dicono altro.
Le scuole primarie italiane afferiscono infatti a circa 4500 diversi istituti scolastici ed è quindi evidente che se saranno assunti 2.200 docenti sarà necessario assegnarne uno ogni due istituti.
Almeno per il primo anno, quindi, non mancheranno problemi organizzativi anche perché spesso, in un comprensivo ci sono diverse scuole primarie, soprattutto nelle aree più periferiche. Nel concreto accadrà che un solo docente dovrà operare su 11 classi dislocate in 6, 7 o più scuole diverse anche molto distanti fra di loro.
Gestire gli orari non sarà facile anche perché si bisognerà tenere conto dei tempi di spostamento da un plesso all’altro.
Insomma, come spesso accade, si fanno le riforme usando soltanto la calcolatrice e senza tenere minimamente conto del concreto funzionamento delle nostre scuole.
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