I lettori ci scrivono

Docenti di potenziamento o tappabuchi?

Sono un’insegnante di scuola secondaria di primo grado che dallo scorso anno, a seguito dell’ottenimento di un trasferimento, si ritrova ad insegnare su cattedra mista: ore curricolari e tre ore di potenziamento settimanali.

Nonostante i progetti presentati, anche con disponibilità a svolgere corsi di recupero in orario pomeridiano, mi ritrovo di fatto a prestare queste ore per la sostituzione delle assenze dei colleghi che nella mia scuola, vuoi per malattia, vuoi per 104, sono all’ordine del giorno.

Mi preme evidenziare che fare il tappabuchi nelle classi non è esattamente come lavorare con le proprie classi poiché spesso gli studenti ostacolano lo svolgimento di una normale lezione in quanto non hanno il materiale (perché quel giorno non avevano la mia materia in orario) o semplicemente perché percepiscono l’ora di sostituzione come un momento di nullafacenza. Ed è così che dopo 25 anni di onorata carriera mi ritrovo a fare la supplente di ruolo.

Sembra un paradosso ma non lo è, in questo modo si lede sia il diritto dei ragazzi che per molti giorni non svolgono la materia del docente assente, che la dignità del docente in questione che rispetto ai colleghi ha un ruolo di serie B.

Lo trovo a dir poco lesivo della dignità del docente e penso che le cose andavano meglio quando si poteva nominare il supplente anche per un giorno. Concepito così il potenziamento non potenzia proprio nulla, al contrario contribuisce non poco al burn out degli insegnanti.


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