Sta facendo discutere, come previsto, l’assenza nel decreto scuola approvato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri di disposizioni utili alla stabilizzazione di almeno 10 mila docenti precari di religione cattolica, da ben 15 anni in attesa di un concorso riservato.
Ad oggi, risultano ancora da smaltire oltre 2 mila idonei del concorso del 2004, inseriti nella graduatoria di merito, a fronte di circa 15 mila posti vacanti.
Il nodo principale, prima ancora del concorso riservato a chi ha svolto almeno tre anni di servizio sulla disciplina, è che occorre superare il vincolo posto dalla legge n. 186/2003 che fissa l’organico dei docenti di religione di ruolo al 70% del numero complessivo delle cattedre costituite: lo Snadir ha chiesto in più occasioni di elevare quella soglia al 90%, permettendo in questo modo di sbloccare molti più posti per le immissioni in ruolo.
E proprio lo Snadir, che da tempo chiede di risolvere la situazione con un decreto legislativo o governativo, che una volta approvato andrebbe poi discusso nelle commissioni parlamentari di competenza, ha oggi commentato polemicamente le parole del senatore leghista Mario Pittoni, presidente della Commissione Cultura del Senato.
Il sindacato guidato da Orazio Ruscica afferma di avere letto “che il sen. Pittoni (Lega), dopo aver ritirato il suo emendamento favore degli Idr a gennaio di questo anno, adesso rileva che il Decreto scuola va cambiato perché ‘non c’è taccia del concorso riservato e di quello ordinario per gli insegnanti di religione cattolica’”.
“Lo Snadir, con riferimento alle proposte a suo tempo presentate dal sen. Pittoni, ne aveva evidenziato i limiti considerato che con la procedura proposta avrebbero avuto accesso al ruolo solo poche centinaia di insegnanti precari e non ci sarebbe stata la graduatoria ad esaurimento. Ci auguriamo – conclude la prima organizzazione dei docenti di religione – che sul tema del precariato tutte le forze politiche sappiano trovare soluzioni idonee”.
La questione, però, non è solo politica. Perché per elevare la soglia del 70% di cattedre utili ad immissioni in ruolo e trasferimenti, occorre superare l’ostracismo della Conferenza episcopale italiana, la Cei, che sino ad oggi ha dimostrato di avere tutto l’interesse a mantenere in vita un organico composto per quasi un terzo da docenti di religione supplenti.
Sulla preoccupante situazione di stallo sui docenti precari di religione cattolica, solo pochi giorni fa, con una nota inviata al capo dell’Ufficio di Gabinetto del ministri, erano intervenuti anche quattro cinque sindacati principali (mancava la firma dello Snals) rivendicando un incontro urgente.
“Desideriamo evidenziare – riportava la richiesta – la necessità di provvedere con urgenza all’avvio di una procedura di assunzione orientata al superamento definitivo della condizione di precarietà lavorativa che si trascina da decenni vessando un’intera categoria professionale: gli insegnanti di religione”.
“In particolare – hanno aggiunto i sindacati – chiediamo che tale procedura sia definita secondo le medesime modalità con le quali è stato affrontando il problema dei docenti precari abilitati di scuola secondaria e dei diplomati magistrali”.
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