In Parlamento si sta lavorando per la stabilizzazione dei docenti di religione: lo ha assicurato il senatore Mario Pittoni (Lega), presidente della Commissione Cultura a Palazzo Madama, a Roma, intervenuto al convegno “Educare al tavolo interculturale: l’insegnamento della religione nella scuola che cambia”, organizzato dal sindacato Snadir.
Durante il convegno si è a lungo parlato della Legge 186 del 2003. Pittoni, ha ricordato che “il progetto di concorso riservato e straordinario è già pubblico, per chi insegna da oltre tre anni di servizio, essendo stato inserito nel Decreto Semplificazioni, salvo poi essere eliminato dal Capo dello Stato, alla pari di molti altri, il quale ha chiesto di approvare un decreto non di tipo omnibus”.
Quella norma del 2003, che limita le immissioni in ruolo di religione al 70% dei posti in organico, avrebbe superato anche l’impasse che si sta vivendo per gli oltre 2 mila vincitori del concorso bandito nel 2003 e ancora non immessi in ruolo.
“Quel disegno di legge, risultato di una trattativa che va avanti da un anno e mezzo, è in fase molto avanzata a livello politico: è suscettibile di cambiamento ma non in questa fase”, ha sottolineato il politico leghista.
Verso un tavolo di confronto per aumentare le quote di immissioni in ruolo
“Quello che è certo – ha continuato – è che la strada è aperta: siamo alla stretta finale, perché il documento possa essere approvato dal Governo. Una volta che sarà partito l’iter legislativo, con i tempi di attuazione che dipenderanno molto dalle parti interessate, a quel punto ci saranno tutti i presupposti per arrivare all’approvazione”.
I tempi? “Il criterio d’urgenza non c’è. Si tratta di una situazione che va avanti da oltre un decennio, senza nessun disegno di legge mai portato avanti. E che, tra l’altro, non comporta spese aggiuntive: la situazione va però sbloccata, tenendo conto di tutte le spinte anche di tipo non sindacale”.
“Quando il disegno di legge sarà avviato – ha assicurato il senatore Mario Pittoni – si potrà avviare il confronto”.
Il senatore Pittoni, infine, si è detto disponibile a partecipare ad un tavolo di confronto, da allestire a breve, tra tutte le parti coinvolte, a partire dalla Cei, notoriamente in disaccordo con l’ipotesi di innalzamento della quota dei docenti di religione cattolica da assumere in ruolo.
Lo Snadir, attraverso il segretario nazionale Orazio Ruscica, ha chiesto al senatore Pittoni di farsi carico di “una doppia proposta, ritenuta fondamentale per l’intera categoria: introdurre delle graduatorie ad esaurimento da concorso straordinario e normare l’estensione della quota dal 70 al 90 per cento prevista dalla Legge 186 del 2003”.
Per il senatore Pittoni “la proposta Snadir va formulata per via scritta e formale. A quel punto, la porterò alle altre parti politiche. L’obiettivo è quello di creare condivisione attorno a quel testo. E più è tale in partenza, più possibilità ci sono che venga approvata. Nella proposta formulata lo scorso novembre non era così”, ha concluso Pittoni.
Durante il convegno, l’on. Flora Frate, del Movimento 5 Stelle, ha ricordato la “funzione pedagogica e culturale dell’insegnamento della religione cattolica a scuola, che non ha nulla a che vedere con il catechismo”.
“Anche all’interno del Movimento 5 Stelle – ha continuato l’on. Flora Frate – ci sono delle posizioni non sempre condivise ed il confronto è sempre positivo”.
L’on. Frate ha quindi letto la lettera inviata di recente all’on. Luigi Gallo, presidente della VII Cultura della Camera, nella quale ricorda che “su una platea di circa 25 mila docenti, sono circa 15 mila quelli a tempo determinato, molti dei quali anche da oltre 15 anni. E siccome nella pagina 15 del contratto di Governo è previsto che vanno superate tutte le forme di ostacolo alla stabilizzazione dei precari, questa è una condizione che va superata”.
“Occorre partire subito con un dibattito – ha detto l’esponente pentastellata – intavolando un discorso anche con la Cei. Serve una discussione a tutti i livelli: dalla Camera al Governo, passando per tute le parti in causa. La discussione ci deve essere sempre. Noi politici non possiamo mai sottrarci al confronto. Io pure sono insegnante e comprendo sino in fondo le ragioni dei docenti che chiedono di essere stabilizzati”.
L’on. Frate ha poi concluso sostenendo che “la soluzione al problema non possono essere le quote riservate applicate ai concorsi pubblici. Quella che si sta compiendo da diversi anni nei confronti della categoria è una vera ingiustizia”.
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