Anche i docenti di religione attendono con ansia la discussione degli emendamenti al decreto scuola. Infatti, per la stabilizzazione del precariato di religione si muove più di qualcosa, con un emendamento a firma Mario Pittoni (Lega) e un altro proposto da Lepri, Di Giorgi, Prestipino, Berlinghieri (PD), Frate (M5S) che prevede un concorso religione cattolica per i precari con 36 mesi di servizio.
Come si legge sul sito del sindacato Snadir, il testo dell’emendamento al decreto scuola, il n. 1051, propone per il superamento della condizione di precariato degli insegnanti di religione, un concorso straordinario per titoli (20 punti) e servizio (50 punti) con sola prova orale non selettiva (30 punti), riservato a coloro che hanno maturato il requisito di almeno 36 mesi di servizio nella scuola statale negli ultimi otto anni scolastici. Ai fini dell’accesso al concorso si richiede lo svolgimento pregresso di servizio nella sola scuola statale.
Le immissioni in ruolo avverranno per il 50% dei posti disponibili dal concorso straordinario e dalla relativa graduatoria di merito e successiva sua trasformazione in graduatoria ad esaurimento.
Per l’altro 50% da concorso ordinario del quale però l’emendamento non fornisce alcuna specificazione (in termini di tempi e contenuti).
Sulla questione, si è aperto un vero e proprio dibattito, con il sindacato Snadir che non ritiene del tutto soddisfacente la misura pensata dal presidente della Commissione Cultura e Istruzione al Senato. Secondo il segretario nazionale Snadir Orazio Ruscica, il testo di Pittoni “rappresenta certamente un passo importante per un’intera categoria di docenti, ma purtroppo risponde solo in parte alle legittime aspettative degli insegnanti di religione, in quanto non offre la certezza di risolvere in modo efficace e definitivo il problema dei docenti precari che insegnano religione”.
Ecco perchè, nonostante le precisazioni del senatore leghista rilasciate La Tecnica della Scuola nel corso di un’intervista, lo Snadir punta sull’emendamento Pd-M5S, perchè sarebbe “l’unico che prospetta un ampliamento dell’organico di ruolo dall’attuale 70% al 90% e affronta anche le tematiche della titolarità nella sede scolastica e l’istituzione di una specifica classe di concorso e posti di insegnamento per l’insegnamento della religione cattolica“.
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