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Docenti di religione, Ruscica: occorre aumentare in modo graduale la quota dei posti di ruolo fino al 90%

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Con sentenza n. 12116 del 16.07.24 il Giudice civile del Tribunale di Roma ha confermato il consolidato orientamento risarcitorio in favore dei docenti di religione precari, come sancito dalla sentenza della CGUE e dalle 46 sentenze della Corte di Cassazione che hanno sanzionato l’abuso reiterato dei contratti per oltre 36 mesi. Lo riporta lo Snadir.

La sentenza ha applicato il criterio di proporzionalità dell’indennità risarcitoria ribadito dalla Corte di legittimità e statuito dall’ art. 32 della L. 183/2010, tenendo conto del tempo di precarizzazione e riconoscendo il massimo edittale delle 12 mensilità a coloro i cui periodi di abuso oltre i 36 mesi hanno superato vent’anni di servizio precario, arrivando così a un risarcimento totale di oltre 1.500.000,00 di euro. 

“Noi continuiamo a tutelare i diritti dei docenti di religione precari – ha dichiarato Orazio Ruscica, Segretario nazionale Snadir e presidente nazionale FGU –  e la magistratura continua a darci ragione, sempre di più ”. 

“Non dimentichiamo  – continua Ruscica –  che la pubblicazione dei due bandi della procedura straordinaria, e la prossima dei due bandi di concorso ordinario, ha parzialmente risolto il problema del precariato dei docenti di religione con oltre 36 mesi di servizio. Rimane la condizione precaria derivante dal vincolo illogico del 70% che “condanna” i colleghi della quota del 30% a rimanere in una condizione di precariato strutturale. La quota del 30% è chiaramente eccessiva, come evidenziato anche dalla CGUE  e dalle sentenze di Cassazione. Occorre aumentare in modo graduale  la quota dei posti di ruolo fino al 90% delle cattedre disponibili nel territorio delle singole diocesi: sarà questo il nostro prossimo obiettivo sindacale”.