Sono solo 472 i posti disponibili per le immissioni in ruolo degli insegnanti di religione, a fronte di oltre 10 mila posti liberi: il calcolo del ministero dell’Istruzione, che deriva dai pensionamenti al 1° settembre 2020. Lo scorrimento di graduatoria avverrà con riferimento alla graduatoria di merito del concorso 2004.
Lo si evince dal decreto ministeriale 93 dell’8 agosto scorso , nel quale si spiega che “il contingente complessivo di n. 472 assunzioni a tempo indeterminato, corrispondente al numero delle cessazioni registrate per l’anno scolastico 2020/2021 ed autorizzato come in premessa, è ripartito in contingenti regionali sulla base delle cessazioni effettive di ciascuna regione e in misura proporzionale ai posti disponibili in organico per l’anno scolastico 2020/2021, tenendo comunque conto della consistenza delle graduatorie dei concorsi riservati banditi con decreto dirigenziale 2 febbraio 2004”.
Nei prossimi giorni ogni Direttore generale degli Uffici scolastici regionali interessati provvederà a ripartire, a livello di ciascuna diocesi, proporzionalmente, i posti per ciascuno dei due ruoli, ossia infanzia/primaria e secondaria di I e II grado.
A quel punto, il personale docente inserito nelle graduatorie di cui al DDG 2 febbraio 2004 avente diritto all’assunzione a tempo indeterminato sarà individuato in base alla posizione utile in graduatoria.
Sempre nel decreto del MI, leggiamo che “il Direttore dell’USR invierà all’Ordinario diocesano competente per territorio – per l’assunzione a tempo indeterminato – i nominativi di coloro che risultano collocati utilmente in graduatoria attingendo dall’elenco degli idonei, al fine di verificare il possesso dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica”.
“Il Direttore regionale o un suo delegato – una volta ricevuta la comunicazione relativa alla verifica dell’idoneità da parte dell’Ordinario diocesano competente per territorio – provvederà alla stipula del contratto a tempo indeterminato”.
Il limitato numero di assunzioni viene contestato dal sindacato Snadir, che ribadisce la sua profonda indignazione riguardo alla decisione del Ministero dell’istruzione di ridurre notevolmente i posti a disposizione per l’assunzione in ruolo a seguito dello scorrimento delle graduatoria del 2004.
“Considerato che i posti effettivamente disponibili per l’assunzione in ruolo sono 3.520 nell’infanzia/primaria e 3.080 nella secondaria di I e II grado (vedi Tabelle ministeriali), la decisione ministeriale risulta assolutamente illogica e ingiustamente punitiva nei confronti dei docenti di religione”, dichiara Orazio Ruscica, segretario nazionale Snadir.
“Ci troviamo – continua il sindacalista – di fronte all’ennesima manovra politica che agisce alle spalle di un’intera categoria di docenti, quando si dovrebbe investire piuttosto su un sistema scolastico capace di restituire la giusta attenzione al ruolo dei docenti e alla corretta educazione degli studenti.
Come Sindacato, non ci stancheremo di ribadire il rispetto della dignità professionale di tutti gli operatori della scuola. Quello degli incaricati annuali di religione è uno status giuridico da tutelare giorno per giorno, nella prospettiva di accrescere la dignità professionale di questi insegnanti e non di quella di mortificarne le legittime aspirazioni ad un lavoro più garantito.
Ruscica conclude il suo intervento rivendicando “la stabilizzazione attraverso l’immissione in ruolo di tutti i docenti precari di religione”.
Per l’attuazione dell’assunzione a tempo indeterminato dei precari storici di religione, tuttavia, è necessario che si sblocchi la “trattativa” in corso tra ministero dell’Istruzione e Conferenza episcopale italiana, al fine di trovare la quadra sul prossimo concorso per gli insegnanti di Religione previsto dal decreto scuola approvato lo scorso dicembre.
Come già rilevato, dal tavolo, presieduto dalla dottoressa Lucrezia Stellacci, consigliere della ministra Lucia Azzolina, dovrà essere approvata l’intesa su come gestire il concorso da bandire entro il 31 dicembre 2020, finalizzato a coprire i posti per l’insegnamento di Religione Cattolica che risulteranno vacanti e disponibili nell’arco del prossimo triennio. Una parte dei posti messi a bando, anche se non più di 2.500, sarà riservata ai docenti precari di religione con almeno 36 mesi di servizio svolto.
Infine, va ricordato che per legge ben il 30% dell’organico dei docenti di religione deve comunque rimanere a supplenza: una limitazione contro la quale i sindacati, Snadir in testa, combattono da tempo.
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