Ancora un volta i docenti di ruolo lamentano una mancata risposta da parte del Miur sull’avvio delle attività formative come previsto dall’art. 4 c. 3 del decreto legislativo 59/2017.
Questo decreto prevede che “sono organizzate specifiche attività formative riservate a docenti di ruolo in servizio che consentano di integrare la loro preparazione al fine di poter svolgere insegnamenti anche in classi disciplinari affini o di modificare la propria classe disciplinare di titolarità o la tipologia di posto incluso il passaggio da posto comune a posto di sostegno e viceversa, sulla base delle norme e nei limiti previsti per la mobilità professionale dal relativo contratto collettivo nazionale integrativo”.
Comprendiamo che il problema primario è la stabilità dei precari, ma il Miur non può ignorarci, anche noi desideriamo un cambio di scena lavorativo, raggiungere un fine desiderato. Sicuramente la richiesta di passaggi di cattedra o di ruolo comporta la disponibilità di altrettante cattedre vacanti da coprire.
Noi ci auguriamo che si potrà fare in tempo per la prossima mobilità 2019/20.
Attualmente ci è negata la possibilità di avanzare professionalmente, ma è naturale virare verso un nuovo contesto in grado di soddisfare una legittima ambizione o un legittimo appagamento.
Se, dopo anni nello stesso ruolo, realizziamo che il nostro contributo professionale e il nostro livello di responsabilità giungono al punto di una maggiore crescita sia professionale sia personale, l’aspirazione al cambiamento chiede di concretizzarsi.
L’inizio di un nuovo percorso professionale può sprigionare un rinnovato entusiasmo e motivazione personale.
Rosaria Arciello
Comitato Nazionale docenti di ruolo ingabbiati. Gruppo Facebook