I percorsi abilitanti da 30 CFU sono molto attesi da tanti docenti di ruolo che aspirano a prendere l’abilitazione per un’altra classe di concorso e successivamente utilizzarla ai fini del passaggio di ruolo o di cattedra.
Se n’è parlato nel corso della diretta della Tecnica risponde live di ieri, venerdì 19 gennaio 2024. Ospiti il responsabile del comparto scuola della Lega Mario Pittoni, il segretario nazionale della Uil Scuola Rua Paolo Pizzo e il docente Rocco Zappia del gruppo “Docenti di ruolo ingabbiati di ogni ordine e grado per percorsi abilitanti”.
“Si sta facendo molta teoria e poca pratica, abbiamo un Dpcm pubblicato, è un provvedimento che si attende da quasi due anni ed è una possibilità che manca da più di dieci anni. Ad oggi non c’è nessuna garanzia non solo per gli ingabbiati ma per nessuno, dal neolaureato a chi avrebbe diritto ad una riserva di posti. Stiamo vivendo un paradosso, abbiamo due ministeri (Istruzione e Università) che sostanzialmente tra loro non si parlano mentre questo provvedimento che è atteso da più di dieci anni avrebbe bisogno di una sinergia. Siamo stati convocati più volte su nostre pressioni. C’è un problema di fondo: il ministero ha calcolato un fabbisogno dei docenti che si devono abilitare sui posti vacanti e disponibili che servono per i prossimi concorsi e per le immissioni in ruolo, ma non c’entra nulla rispetto all’enorme platea dei docenti che si devono abilitare”.
“E’ vero che è stato lanciato un concorso che doveva essere abilitante, che però tecnicamente non stava in piedi, che era in contrasto con la direttiva europea che parla di percorsi formativi abilitanti, di conseguenza si è arenato e adesso abbiamo il problema che ci sono decine di migliaia di persone che hanno versato una certa cifra, è giusto che questa questione venga risolta”.
“Riguardo al fatto che già a luglio 2023 si doveva firmare il famoso Dpcm per attivare i corsi, c’era solo un piccolo problema, che la bozza che avremmo dovuto approvare, ci riportava alle origini, quando c’era il Tfa a numero chiuso per selezione, una cosa invisa agli interessati. Ho chiesto che fosse aggiornato, che i percorsi fossero personalizzati. Non è stato firmato, altrimenti ci saremmo trovati nella situazione del 2013. Questi mesi li abbiamo passati a sistemare la bozza, tenendo conto di alcune categorie come gli ingabbiati e siamo riusciti a ottenere cose che neanche noi speravamo. Essendo riusciti a convincere Bruxelles che gli ingabbiati non c’entravano nulla col Pnrr, abbiamo potuto intervenire in due maniere: facendoli inserire come sovrannumerari e autorizzando le strutture universitarie a corsi che potevano arrivare al 100% online, cosa fondamentale per tagliare tempi, costi e per agevolare le stesse strutture per accogliere il maggior numero di iscritti. Abbiamo messo in campo tutto quello che può agevolare l’abilitazione in tempi veloci degli ingabbiati che attendono di poter avviare una vera carriera professionale”.
“La vicenda degli ingabbiati parte dalle assemblee ed è stata affrontata dentro le scuole, abbiamo bisogno che questi percorsi partano e partano subito. Non c’è alcun motivo per cui i percorsi non partano perché sia il Dpcm sia il decreto PA bis mettono la necessità di istituire i percorsi per i docenti di ruolo ingabbiati. A marzo scorso siamo entrati al ministero per portare le nostre richieste. Siamo personale che già lavora nella scuola, abbiamo bisogno di un percorso che è online, che venga fatto possibilmente nel fine settimana ed è importantissimo che questi percorsi vengano attivati per tutte le classi di concorso. La contrattazione del diritto allo studio sulle 150 ore ha fatto sì che le Usr si siano comportate in modo difforme sul territorio nazionale e noi non potremo neanche avvalerci di quel 5% sull’organico perché in alcuni casi la riserva dev’essere sciolta entro fine febbraio, in altri casi non è stata proprio data, quindi non si sono aperte finestre e se si apriranno si apriranno su posti limitati. Chiedo alle organizzazioni sindacali che nel contratto di mobilità che si andrà a firmare venga inserita una riserva che poi si scioglie una volta conseguito il titolo”.
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