Le norme disposte dal DPCM del 4 novembre 2020 di attuare la didattica a distanza per gli studenti delle scuole secondarie di II grado e, per quanto riguarda le zone rosse, anche per quelli che frequentano le seconde e terze classi delle scuole secondarie di I grado, non vale per i docenti di sostegno chiamati a lavorare, con gli alunni disabili, a scuola e in presenza.
Docenti di sostegno svolgono lavoro a scuola e in presenza
A differenza dei docenti di disciplina delle scuole secondarie di II grado, gli insegnanti di sostegno devono recarsi a scuola a svolgere l’attività didattica in presenza.
Il DPCM del 4 novembre 2020 specifica la necessità di svolgere in presenza le attività di sostegno per realizzare un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale, volta a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica”.
La successiva nota del Ministero dell’Istruzione specifica che “I dirigenti scolastici, unitamente ai docenti delle classi interessate e ai docenti di sostegno, in raccordo con le famiglie, favoriranno la frequenza dell’alunno con disabilità, in coerenza col PEI, nell’ambito del coinvolgimento anche, ove possibile, di un gruppo di allievi della classe di riferimento, che potrà variare nella composizione o rimanere immutato, in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua, nell’interesse degli studenti e delle studentesse”.
Anche nelle zone rosse e nei territori in cui le scuole sono state chiuse per ordinanza dei Sindaci e dei Governatori, i docenti di sostegno sono chiamati a svolgere la propria attività in presenza.
Docenti di sostegno figli di un Dio minore
Abbiamo ascoltato alcuni docenti di sostegno che ritengono di essere trattati come figli di un Dio minore, obbligati ad accogliere, in un momento di sospensione delle lezioni, gli studenti disabili per fare lezione in presenza mentre tutto il resto della classe e degli insegnanti si collega a distanza restando a casa. Ancora una volta i docenti di sostegno si sentono trattati differentemente dai docenti di disciplina. Gli stessi docenti di sostegno fanno notare che i loro sforzi non stanno dando nemmeno risultati sul piano dell’inclusione, infatti sembra di essere tornati alla costituzione di classi speciali dove gli studenti sono solo e solamente alunni con disabilità. In molte scuole l’attività di sostegno, svolta in presenza, non prevede nemmeno i collegamenti a distanza con il gruppo classe.
I docenti di sostegno sono impauriti di contrarre il covid-19 o di poterlo tramettere ai propri studenti, stanno vivendo una situazione fatta di ansia e tanta, ma tanta, rabbia.