Sulla forte sperequazione fra le diverse regioni riguardo i posti di sostegno abbiamo scritto in un altro articolo. I posti vacanti in organico sono poco meno di 17mila mentre le risorse messe a disposizione dal MEF consentiranno di attivare percorsi di formazione per 90mila docenti, 26mila dei quali con i corsi del VII ciclo di TFA.
Una distribuzione poco equa se si pensa ai 1.240 posti di Tfa attivati in Lombardia a fronte dei 5.700 posti vacanti e ai 5mila posti di Tfa in Sicilia con 183 scoperti. O all’Abruzzo, la Puglia e la Campania che prevedono un numero di posti 10 volte superiore alle cattedre disponibili. La conseguenza di ciò non potrà che essere una imponente migrazione di docenti che si specializzeranno nelle Università del sud per trasferirsi al nord.
Sull’argomento è tornato ‘Il Fatto Quotidiano’ che sottolinea come a settembre molti bambini avranno ancora una volta maestri e professori precari, in alcuni casi, con poca esperienza. Un’assurdità secondo la testata viste le 25.874 persone che saranno formate, a fronte di 16.574 posti vacanti. Ma come detto, i posti sono mal distribuiti, inadeguati al nord e in sovrannumero al sud. Colpa delle università che hanno fatto di testa loro. “Un forte squilibrio territoriale che andrà a rafforzare l’anomalia migratoria del nostro sistema scolastico – commenta Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc Cgil – al Nord sono disponibili 4.300 posti, nel Mezzogiorno 13mila, quasi 8500 nelle regioni del centro, una distribuzione inversamente proporzionale rispetto agli attuali bandi di concorso”.
Un tavolo specifico sul sostegno per affrontare queste problematiche e una distribuzione dei percorsi più equa alla base delle richieste del sindacato.