Più della metà degli studenti italiani tra i 14 e i 19 anni ritiene che la scuola non sia sufficientemente inclusiva per i compagni con disabilità. È quanto emerge dal report Scuola e inclusione: dico la mia, pubblicato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, celebrata il 3 dicembre. L’indagine, svolta tra aprile e maggio con il coinvolgimento di oltre seimila studenti, ha messo in luce dati significativi sulle criticità del sistema scolastico e sul ruolo degli studenti nel promuovere l’inclusione.
Secondo il report, il 50,5% dei ragazzi pensa che gli insegnanti di sostegno preparati siano pochi. Inoltre, il 58% degli studenti trova la propria classe poco inclusiva, pur riconoscendo, a livello individuale, un atteggiamento più accogliente: il 55% si definisce “abbastanza accogliente” e il 21,4% “molto accogliente” verso i compagni con disabilità. Tuttavia, il 62% ritiene che vi siano momenti in cui gli alunni con disabilità vengono esclusi dalle attività scolastiche.
Gli edifici scolastici appaiono parzialmente adeguati alle esigenze di chi ha disabilità fisiche (per il 53,8% degli intervistati), ma solo il 26,8% li giudica adeguati a chi ha disabilità psichiche e appena il 16,2% a chi ha difficoltà sensoriali.
Per migliorare l’inclusione, oltre la metà degli studenti (52,9%) ritiene prioritario investire nella formazione dei docenti, seguita da campagne di sensibilizzazione (25%), incremento del numero di psicologi scolastici (26,5%) e miglioramento delle strutture scolastiche (30,4%).
Un dato preoccupante riguarda il bullismo: il 43,5% degli studenti ha assistito o è venuto a conoscenza di episodi di bullismo verso compagni con disabilità, ma oltre un terzo (36,5%) ammette di non sapere come comportarsi o a chi rivolgersi in tali situazioni.
“La discrepanza tra la percezione del comportamento individuale e quello della classe nel suo complesso è uno degli aspetti più rilevanti emersi dall’indagine”, sottolinea il Garante per l’infanzia, Carla Garlatti. “Questo dimostra quanto sia necessario rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza a una comunità e la responsabilità individuale nel promuovere un ambiente inclusivo”.
Infine, solo il 12% degli intervistati frequenta spesso coetanei con disabilità, mentre il 57,8% non li frequenta affatto. Tuttavia, sei studenti su dieci hanno avuto esperienze di inclusione fuori dall’ambito scolastico, soprattutto in centri estivi, gruppi parrocchiali e associazioni sportive, contesti spesso percepiti come più inclusivi della scuola.
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