Disabilità

Docenti di sostegno, il video di gratitudine di un’ex alunna. Un’utente: non può farlo chiunque”

Girando sui vari social sono tantissime le esperienze e le storie che vengono raccontate. In particolare, una ha attirato la nostra attenzione. Si tratta di un Tik Tok pubblicato da Silvia Calcavecchia che, come si definisce lei stessa, è una “ragazza normale con due disabilità”, in cui parla dei docenti di sostegno. Tramite i suoi social, Silvia propone un racconto diverso della disabilità e proprio per questo ha ricevuto il premio Eccellenza Italiana 2024.

Ma andiamo con ordine. La giovane è stata ospite di un incontro e ha risposto sul tema dei docenti di sostegno: “Non ho mai parlato di questo argomento perché per molto tempo me ne sono vergognata ma, a Foggia, ho avuto modo di affrontarlo e sono contenta di averlo potuto tare.
Mi hanno chiesto:
hai mai avuto docenti di sostegno? Come ti sei trovata? Cosa pensi che i docenti del domani, coloro che inizieranno a lavorare da settembre, devono dare ai loro alunni, alla classe e alla scuola in generale?”

Ecco la sua risposta: “Credo che gli insegnanti di sostegno siano delle figure fondamentali, anzi dovrebbero essere i primi a essere formati sempre di più. Proprio per capire ed entrare in connessione con il ragazzo, perché comunque ogni ragazzo è a sé, cioè ha una propria caratteristica, una propria predisposizione, delle proprie passioni. E poi ovviamente l’ascolto è fondamentale, ascoltate i bisogni dei ragazzi che dovete supportare. È un ruolo molto, molto importante, che può fare anche la differenza perché capita che molti insegnanti come nel mio caso vedevano il mio potenziale quando invece altri no. E quindi chi vede il potenziale deve fare il possibile per farlo emergere e per far credere al ragazzo che lo possiede”.

GUARDA IL VIDEO

Il video ha fatto migliaia di visualizzazioni e decine di commenti molto interessanti, ne riportiamo qualcuno: “Ci rendiamo conto di quanto è importante questo lavoro, non lo può fare chiunque…ti adoro piccola/ grande donna”; “Io che piango ogni anno perché non sarò mai con lo stesso alunno. Mi si spezza il cuore ad “abbandonarli”, perché vorrei restare con loro fino alla fine della scuola. Grazie per le tue parole”; “Fare l’insegnante di sostegno e una responsabilità. Dovrebbero essere preparate. E studiare bene i ragazzi che le vengono affidati, ma purtroppo non è così”.

Sara Adorno

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