I docenti di sostegno dovranno essere più specializzati sugli specifici problemi di apprendimento degli alunni, ma rimarranno sempre dipendenti del Miur.
A dirlo è stato il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, il 22 gennaio durante un convegno alla Camera, parlando della riforma della scuola e dei lavori, avviati al ministero dell’Istruzione, sulle nove deleghe previste dalla Legge 107/2015.
“Si sta incredibilmente pensando che la competenza sui docenti di sostegno verrà spostata al ministero della Salute. Non è così”, ha tagliato corto Faraone.
Per poi sottolineare, sempre il sottosegretario, come “sul sostegno siamo un Paese modello nel mondo. L’inclusione è un momento di formazione. E la specializzazione dei docenti di sostegno, sulla base dei bisogni degli alunni, serve a rendere più efficace l’intervento”.
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Vale la pena ricordare che su queste tematiche, il Governo sembra avere le idee chiare: i nuovi docenti di sostegno, reclutati attraverso un concorso ad hoc, dovranno garantire maggiore continuità didattica e specializzazione sulle singole disabilità. E dopo l’immissione in ruolo dovranno rimanervi per il doppio degli anni (passando sulla propria disciplina d’insegnamento curricolare non prima di 10 anni anziché 5 come avviene oggi).
Inoltre, potranno anche contare su dei colleghi docenti di discipline curricolari tutti finalmente con una base formativa su come interagire con gli alunni disabili.
Queste, almeno, sono le intenzioni: staremo a vedere se saranno portate avanti, nero su bianco, sino all’approvazione finale della delega sul sostegno.
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