“Stabilizzare docenti specializzati con criteri trasparenti e non discrezionali” al fine di garantire “la continuità didattica ed educativa agli studenti con disabilità“: lo hanno chiesto a gran voce sabato 6 aprile, in diverse città d’Italia, i docenti che si stanno specializzando nel sostegno didattico rivolto agli alunni con disabilità. L’iniziativa, organizzata dal coordinamento degli specializzandi in didattica di tipo speciale, è stata prodotta anche attraverso dei flash mob. Come a Bologna, in via Andreatta: la protesta, hanno spiegato i docenti, nasce dopo le modifiche introdotte quest’anno per le assunzioni che non prevedono più l’assorbimento nei ruoli direttamente da Graduatorie provinciali per le supplenze.
Invece, durante la protesta è stato chiesto più volte, anche attraverso striscioni e cartelli, che occorre assolutamente tornare a “stabilizzare i docenti da prima fascia sostegno come i precedenti cicli Tfa“.
In effetti, la decisione appare non allineata alle esigenze: il numero di cattedre che vengono infatti assegnate ai supplenti rimane altissimo. Soprattutto per via dei posti “in deroga” che se è vero che non concorrono alle immissioni in ruolo, però rappresentano una base di supplenze che non necessita davvero di essere alimentata con ulteriori nomine a tempo determinato sull’organico di diritto.
Appare immotivato, quindi, non dare più la possibilità, come avveniva dal 2021, di immettere in ruolo da Gps i docenti specializzati su sostegno collocati in prima fascia.
In Italia, hanno affermato i partecipanti alle proteste di Bologna, “ci sono 110mila studenti con disabilità che non possono usufruire di un numero adeguato di ore di sostegno”.
A questo si aggiungono delle anomalie sulla copertura delle cattedre: basta ricordare che “in Emilia-Romagna per la classe di concorso sostegno primaria al concorso Pnrr su 455 posti disponibili si sono iscritte solo 88 persone”.
“Siamo formati per lavorare nelle classi in cui siano presenti studenti con disabilità che hanno diritto a una continuità didattica che solo docenti di ruolo possono assicurare”, hanno concluso i docenti che hanno partecipato al flash mob di Bologna.
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