La ricerca è stata condotta su un campione di insegnanti di scuola elementare dislocati in 276 plessi localizzati su tutto il territorio nazionale.
Intanto, se è vero che gli alunni stranieri sono in continuo aumento, va anche detto che il fenomeno è del tutto assente in un gran numero di scuole: l’indagine – per esempio – ha riscontrato che solamente la metà di un totale di 3.215 classi esaminate accoglie alunni stranieri.
Complessivamente l’atteggiamento degli insegnanti nei confronti del fenomeno è positivo; per esempio l’88% dei maestri e delle maestre interviste dichiara che l’integrazione favorisce la diminuzione dei pregiudizi nei confronti dei bambini di altri Paesi e culture, mentre più die due insegnanti su tre riconoscono una funzione sociale importante alla scuola nei processi d’integrazione.
Il 43% afferma poi che l’integrazione offre l’opportunità di confrontarsi con nuovi orizzonti didattici.
Tutto bene, dunque?
Ovviamente no; ci sono anche elementi negativi o quantomeno critici: quasi un insegnante su 5 ritiene che la presenza di alunni stranieri comporti un eccessivo rallentamento nei percorsi didattici (ma va annotato che nelle scuole del Nord tale opinione è condivisa da un insegnante su 4, così come percentuali più alte dei valori medi si risocntrano nelle scuole dei piccoli Comuni).
Più del 90% dei docenti pensa che la presenza degli stranieri comporti problemi aggiuntivi nell’insegnamento, mentre nel 35% dei casi vengono segnalate dagli insegnanti difficoltà di tipo igienico-sanitario o alimentare.
Un dato importante: il 50 per cento degli insegnanti ritiene che la propria preparazione culturale e didattica relativamente all’integrazione degli alunni stranieri sia poco e per nulla adeguata; cosa bisognerebbe studiare per migliorare la propria preparazione ? Gli insegnanti sembrano avere le idee chiare: innanzitutto le lingue stranierie (53%), seguite a breve distanza dall’antropologia culturale (50%).
Ma nelle scuole del nord – dove maggiore è la presenza degli straneri – i docenti vogliono approfondire soprattutto le discipline antropologiche, la storia delle religioni e la storia comparata.
Quale quadro complessivo emerge dunque dall’indagine?
I dati sembrano evidenziare una forte adesione dei docenti alla scelta di inserire i bambini stranieri nelle classi comuni anche se esiste la consapevolezza che si tratta di una operazione complessa, delicata ed impegnativa. D’altronde non manca agli insegnanti una forte volontà di aggiornarsi sulle tematiche culturali di carattere più trasversale.
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