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Docenti e Ata, stipendio di aprile ridotto fino a 100 euro, colpa dei nuovi scaglioni e mancato taglio del cuneo fiscale: sindacati in rivolta

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April 24, 2025

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Ancora aumenti rimandati per oltre un milione di dipendenti pubblici, docenti e personale Ata, in forza nelle nostre scuole e nell’Afam. Nelle buste paga di questi lavoratori, che fanno capo al più grande comparto pubblico, sono addirittura presenti delle riduzioni del compenso netto: a sentire la Flc-Cgil, coloro che sono “pagati tramite Noipa (il sistema informatico e di calcolo del Ministero dell’Economia)” si vedranno ridurre “il netto in busta paga anche di oltre 100 euro netti, senza alcuna spiegazione da parte dell’Ente pagatore”.

“Ciò è dovuto – spiega il sindacato – al mancato adeguamento della piattaforma informatica rispetto alle novità della Legge di bilancio introdotte da gennaio 2025. Da quella data, infatti, è entrato in vigore il nuovo meccanismo di riduzione del cuneo fiscale che ha sostituito il precedente, di riduzione del cuneo contributivo”.

Il problema, sostiene il sindacato, è che “questa modifica voluta dal Governo non assicura per tutti lo stesso vantaggio in busta paga garantito dal precedente sistema e in alcuni casi potrebbe essere peggiorativo, poiché basato sui nuovi scaglioni fiscali, introdotti dal governo Meloni, che riducono la progressività della tassazione a vantaggio dei redditi più alti. E inoltre – continua la Flc Cgil – il mancato adeguamento di Noipa sta comportando uno stipendio più basso“.

Il sindacato guidato da Gianna Fracassi sostiene che “ancora una volta il governo colpisce le retribuzioni più basse e più vulnerabili con interventi che vanno ad aggravare una situazione già segnata da comportamenti pesantemente penalizzanti in termini di tutela del potere d’acquisto. Basti pensare ai Contratti pubblici non ancora rinnovati dove si vuole imporre un aumento di un terzo rispetto all’inflazione certificata (inflazione a 17% e aumenti del 6%) o al ritardo con cui vengono pagati i supplenti temporanei. Si metta subito riparo al grave danno procurato ai lavoratori con la restituzione immediata di quanto sottratto”, conclude la Flc Cgil.

Intanto, l’Anief ha deciso di rompere gli indugi e sbloccare il pagamento degli arretrati-detrazioni al personale scolastico. “Per i dipendenti pubblici – scrive il sindacato autonomo – il conguaglio del cuneo fiscale si sta trasformando in una promessa incompiuta, poiché tarda ulteriormente ad essere corrisposto in busta paga: per i lavoratori della scuola, che si trovano 6mila euro indietro rispetto ai colleghi di altri Ministeri, questa situazione di stallo si sta inoltre trasformando in una beffa perché non riesce a calmierare il potere d’acquisto di docenti e Ata in discesa libera.

“Si tratta – spiega Marcello Pacifico presidente nazionale Anief – di 1.000 euro in media sottratti solo nel 2025 e la loro assegnazione era prevista dalla Legge di Bilancio 2025. Richiediamo, pertanto, una emissione speciale immediata per i cedolini gestiti da Noipa. La richiesta diventa particolarmente importante, anche alla luce del fatto che gli aumenti contrattuali risultano non proprio dietro l’angolo”.

Le proteste arrivano anche dal versante politico. Secondo Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio, “siamo davanti ad un governo di incapaci. Nel mese di aprile i lavoratori del pubblico impiego si troveranno ancora una volta meno soldi in busta paga per effetto del mancato riconoscimento del cuneo fiscale. Non è un errore tecnico, ma una precisa scelta politica: quella di programmare la riduzione del potere d’acquisto di chi lavora. Cosi come è avvenuto con il contratto delle funzioni centrali della pubblica amministrazione dove non è stata riconosciuta l’inflazione perduta”.

Scotto punta il dito contro il ministro Paolo Zangrillo, che a suo dire “si erge a vittima della Cgil: in realtà è un ministro inadeguato il cui unico obiettivo è smantellare la capacità amministrativa dello Stato e degli enti locali. Ha partorito un decreto Pa – in questi giorni in discussione alla Camera – che non risolve nessun problema nè il precariato, nè le graduatorie e neppure il salario accessorio per tutti i dipendenti. Si confronti con gli emendamenti presentati da tutte le parti sociali oppure è meglio che cambi mestiere”, conclude il capogruppo Pd.